giovedì, Novembre 21


MISSION: o della storia di Cicerone Gocciolone, delle altre Gocce di Rugiada Costituzionale e del loro rapporto con la Costituzione della Repubblica Italiana (secondo noi)

PRIMA PARTE
La Dignità, intesa come identità inalienabile dell’individuo, e il lavoro, inteso come ogni possibile espressione della dignità, nel senso indicato da Giorgio La Pira negli atti dell’ Assemblea Costituente della Costituzione della Repubblica Italiana, sono, nell’immagine del logo, vela e scafo di un unico vascello, su un mare calmo all’aurora, racchiuso nell’acronimo Dew, in inglese rugiada.
Si tratta di un vascello che parte da tempi lontani. Già Cicerone e Seneca utilizzavano nelle loro opere la figura della navigazione di un vascello in acque tranquille all’interno dell’uomo per indicare chi con animo sereno affronta il mare esterno tante volte tempestoso della vita. Un cammino faticoso, che lascia le sue tracce,come quelle che l’homo viator, l’invisibile pellegrino viandante, imprime sulla sabbia attraversando nell’animazione

https://www.youtube.com/watch?v=xjUmUAX5LQU

un desolato deserto, simbolo di aridità di significati. Ma per il pellegrino, proprio a causa del cammino, arriva il ristoro: dalla identità profonda della persona alla ricerca di significati, sorge una risposta creativa, ossia la goccia Dignity&Work-Dew, una forma che fa fiorire il deserto.

In questa forma l’homo viator si ristora, salendo finalmente sulla barchetta dei significati che lo sorreggono nel viaggio verso l’interiore tranquillità dell’animo.

Il logo Dignity & Work – Dew che vedete qui sopra è una forma costruita su un equilibrio di due significati (il termine significati è qui inteso nel suo senso letterale: concetto racchiuso in un qualunque mezzo di espressione): la dignità, e il lavoro, e forse esprime una briciola di bellezza. In natura il principio è lo stesso: la bellezza di una nuvola, di una pietra, della luce, è il risultato di precise leggi fisiche esprimibili in concetti, verità di un armonia che l’uomo scopre e non inventa. Quindi in natura la bellezza è il risultato di verità date che sono espresse in forme. Per il credente tali forme sono espressioni di identità del creatore. L’uomo con l’espressione della sua identità, cioè con il suo lavoro è chiamato a umanizzare il creato e a costruire forme che gli consentano sempre di più di viverne e gustarne la bellezza, per comprendere sempre meglio lo spirito del supremo artista che è il Creatore.

Qualunque espressione di identità può creare una forma. Ciò è più immediatamente evidente in campo artistico, ma è in ambito sociale che tale principio si radica con maggiore profondità.

Ad esempio, la bellezza di una forma di rapporto interpersonale e sociale che ha alla sua base la libertà, può essere costruita solo sui significati di identità inalienabile della persona umana (dignità) e dell’espressione di tale identità (lavoro), e dove non è lo stato che crea questi significati, perché allora potrebbe negarli, e si arriverebbe allo stato nazista, ma questi significati lo stato solo li scopre, li riconosce e li garantisce, (evidenziato in estrema sintesi il principio espresso nel discorso di Giorgio La Pira all’Assemblea Costituente in data 11/03/1947- pag 4-da “Se è vera questa tesi è vero il famoso adagio”).
In tal modo La Pira, pose il diritto naturale a fondamento dei valori costituzionali. La goccia Dignity&Work – Dew vuole essere la rappresentazione grafica di questo diritto di natura e dei valori costituzionali che ne sono espressione. Ma non solo: vuole essere il racconto dell’esperienza creativa che avvicina la creatura al suo creatore.

Il Pellegrino Invisibile, guardando la goccia, si rende ben conto come un bimbo che gioca con le costruzioni e guarda la casetta che ha realizzato, che quella forma era già stata prevista come possibilità di sintesi, da chi il gioco l’ha costruito, e che la forma che ha realizzato, e il cammino che da questa comincia, in realtà, è dono, dato a Lui dal Creatore che è padre e pensa alla crescita dei figli.

Quando entra nella goccia, il pellegrino è trasportato dalla barchetta dei significati della dignità e del lavoro e la loro sintesi, la rugiada costituzionale, lo ristora. Il pellegrino ne interiorizza il cuore, l’energia: la barchetta che interiormente lo sospinge. Così per il pellegrino la nuova forma di cui è stato tramite diventa via di crescita e di trasformazione interiore, tanto che riveste di questa sintesi la sua invisibilità, e diventa una gocciolina di rugiada: entra nella grande famiglia degli Amici del “Tempo della Rugiada”, i DewTime Friends (o semplicemente “Gocce ”).

Ormai diventato maschera della vita, il pellegrino invisibile continua il suo viaggio verso una maggiore profondità dei significati di cui ha scelto di rivestirsi come di un abito di virtù, e si lancia come una freccia per arrivare al suo bersaglio, nella profondità della goccia, la cui porta è il sole nascente della o di work.

Lì, ponendosi come chiave e tempo della ecomusica (“Le Gocce” amano molto la musica, e cantano), svela la sua identità. Il pellegrino invisibile è un bimbo, il bimbo interiore che portiamo eterno pellegrino in ciascuno di noi, e che deve essere custodito con cura, perché i tanti pericoli della vita, possono portarlo a rivestirsi, non di virtù come nell’acronimo Dew di Dignity e Work, ma a cambiare significati, e pur rimanendo Goccia di Rugiada, rivestirsi di male nell’ acronimo Division (divisione) & War (guerra) che vedete qui sotto

o peggio, Decay (putrefazione) & War (guerra), che vedete più sotto.

Perché ciò accada, basta che un vento troppo forte, stacchi la vela della Dignità dallo scafo del lavoro. Infatti, oggi il vento della tecnologia soffia sempre più forte, e il rischio di scardinare la propria barchetta interiore è reale. Capita, nel nostro tempo, che certa cultura usi il linguaggio detto dell'”antivita”,  per operare una potente mistificazione, e chiami livello della qualità della vita , la capacità produttiva o di consumo della persona, o il suo livello di autosufficienza.

Tale indicazione, diventa poi facile metro per la valutazione della dignità della persona. Invece di essere la dignità della persona, al di là di ogni produttività ed efficienza, la ragione per la quale vale la pena di operare ogni sforzo, in modo che l’uomo possa, con animo sereno, nei diversi stadi della sua esistenza, dallo stato di zigote a quello di morente, usufruire con efficacia della tecnologia, senza esserne asservito e diventare oggetto: proprietà, che altri possano utilizzare o eliminare. Se questo succede, la missione degli Amici del “Tempo della Rugiada” allora, è quella di intervenire.
Davanti alla difficoltà, una vera goccia guarda alla sua vela interiore, la Dignità, la prende con forza, perché la furia dell’ antivita non la laceri, e se ne riveste a mo’ di toga.

Si trasforma in Cicerone Gocciolone.

Di quella toga conosce bene il costo; gocce ben maggiori di lui hanno resistito fino all’ultimo respiro,per contrastare le dottrine che riducevano l’uomo a proprietà, ed è in opposizione all’ideologia nazista, la quale nella sua essenza affermava la proprietà dello stato sull’uomo, e per conseguenza l’esistenza di individui appartenenti alla specie umana che non fossero pienamente persone, che le parti sociali riunite nella assemblea Costituente, stabilirono il contratto etico alla base dell’ art. 2 della Costituzione, per il quale lo stato non poteva creare i diritti inviolabili della persona umana, ma solo riconoscere questi diritti e garantirli. Fu così, che la condivisione dei Costituenti sulla natura della dignità, come identità inalienabile dell’ individuo, consentì a Cicerone Gocciolone di portare la sua toga.

SECONDA PARTE
Di tutto questo Cicerone Gocciolone ben si rammenta, quando  per rispondere alla complessità del quesito etico, deve utilizzare la disciplina della bioetica. Infatti la bioetica,secondo la sua prima e più classica definizione consiste  nello studio sistematico della condotta umana nell’ambito della scienza della vita e della cura della salute, in quanto questa condotta è esaminata alla luce dei valori morali e dei principi” (W.T. Reich, Encyclopedia of Bioethics, The Free Press, New York 1978)

Con il progredire della tecnica l’ambito di applicazione  della bioetica si è  ampliato e interessa  oltre che l’aspetto medico, anche, gli interventi relativi alla biosfera (es. la tematica degli ogm ) e gli interventi sulle popolazioni. Tale complessità richiede un approccio multidisciplinare e il compito di Cicerone Gocciolone nell’ambito del confronto, è quello di ricordare fosse anche con la sua sola  presenza,in virtù della toga- simbolo che porta, l’esistenza di una base etica comune per le culture che si sono riconosciute nel patto costituzionale. Ricordare che il concepito è la prima risorsa di ogni società  e che partire da una corretta concezione bioetica è condizione prima ed essenziale, per arrivare ad un economia per l’uomo e non ridurre l’uomo a mero strumento per l’economia

In sostanza l’operato delle Gocce di Rugiada Costituzionale, consiste nel comunicare il bene: cioè rendere evidenti  le ragioni per le quali vale la pena di operare scelte diverse alla luce di una verità universale, la legge naturale per la quale l’uomo ha il possesso della vita ma non può trattarla come una proprietà da mal usare o buttare. Poichè (salmo 23) “Al Signore la terra e tutti i suoi abitanti”. In questo la strada per arrivare alla libertà nel concreto vivere.

Ma per riuscire nell’impresa i le “gocce “devono liberare una grande energia creativa che è tipico elemento  di libertà della Caritas cristiana.

L’ energia e la semplicità senza invidia del gioco di un bambino, di quel Gesù Bambino che della Trinità è la visibile comunicazione, perché con creatività “le Gocce” possano esprimersi e collaborare prima tra di loro. Ciascuno secondo la sua possibilità. E allora comporre musica, cuocere una torta, o fare il vino in famiglia,

tutto è strumento e per questo alla pari, per trasmettere un modo di concepire e realizzare la vita cioè una cultura. Più di ogni opera conta lo spirito autentico nel quale si lavora e ci si finisce per identificare, rimanendo fedeli alla grazia fino ad essere trasparenti ed essere Cristo a vivere in noi. Perché un atto di puro amore è talmente raro che nell’economia della salvezza conta più di qualunque opera di grande e immediata evidenza che si possa realizzare, è questa la piccola via, la via della fedeltà alla grazia nella verità della vita. Primo e mirabile esempio di questa strada, il si della Sacra Famiglia e di santi che tanto amavano e hanno usato l’immagine  del vascello interiore per esporre la loro via spirituale: S. Agostino, Santa Teresina del Bambino Gesù e tanti altri. Perché come dice il salmo 23 “Solo chi ha mani innocenti e cuore puro entrerà nel regno”.

E la comunicazione di questo regno eterno è la comunione della Caritas cristiana simboleggiata nella” Danza della Luce della Vita o scopri il colore.”

https://issuu.com/lucacalabrese2/docs/la_danza_della_luce_della_vita_ovvero_del_big_bang

Una danza (realizzata nel 93, prima presentazione il 06/10/1996 al 2° MEETING DELLA SOLIDARIETA’ spettacolo “Ripensiamoci in Musica” c/o  CinemaTeatro Monviso in Cuneo) che parte dalla esplosiva e giocosa comunicazione creativa della Trinità,  che ha dato origine alla creazione quando, forse con l’esplosione del Big-Bang,  Dio creò la luce, con l’iride nei suoi diversi colori, e che nel delinearsi, congiungersi e separarsi dei suoi colorati elementi ricorda la catena del D.N.A. Ciascuno di noi, gocciolina d’acqua, è in questa danza, che è la danza della fatica del vivere, senza illusioni sulla propria debolezza, ma con speranza. Fatica fatta dei piccoli atti aperti alla grandezza ,in famiglia, sul lavoro, dove ci porta la vita. E quanto più l’uomo goccia di Dio è trasparente alla luce dello spirito, tanto più si evidenzia il suo colore, simbolo della sua identità, il suo valore intrinseco di persona fatta a immagine di Dio ovvero la sua dignità. E così la scia delle goccioline dell’arcobaleno in comunione nella danza della luce e della vita, finisce nello stesso posto dove finiva la processione che ripeteva danzando il salmo 23 : nel tempio santo di Dio.
Cioè in ognuno di noi.

Cuneo 25/02/2003

 

 

 

BIBLIOGRAFIA
Deposito Siae, Sez. olaf 12/04/2003

Enciclica Pacem in Terris
Documento « Gesù Cristo portatore dell’ acqua viva. Una riflessione cristiana sul New Age. Edizioni libreria Editrice Vaticana
Enciclica ” Gaudium et Spes”
Enciclica “Evangelium Vitae”
Enciclica ” Centesimus Annus”
“Globalizzazione una sfida” Cardinale Dionigi Tettamanzi, ed. Piemme
(nota 1) “Bioetica per Giovani” Don Marco Doldi, ed. Piemme
“De tranquillitate animo” Lucio Anneo Seneca
“L’Anno santo con Agostino” Padre Carlo Cremona, ed. Piemme
“Il Creato Santuario di Dio” ed. Piemme a Cura di Monsignor Liberio Andreatta