sabato, Dicembre 28

Economia e Finanza

Svolta sulla Brexit. Mercati in recupero

Economia e Finanza
La tragica evoluzione della battaglia politica in Gran Bretagna, dopo la morte della giovane deputata Jo Cox, ha determinato il recupero del fronte contrario alla Brexit, che ora è tornato a prevalere anche nei sondaggi, oltre che nelle quotazioni degli allibratori, a soli 3 giorni dal voto. -- Si sgonfia pertanto il timore per le imprevedibili conseguenze della possibile frattura in ambito UE, che un esito dirompente del voto potrebbe portare, a detta dei più. Ha contribuito al recupero dei moderati, favorevoli allo status quo, anche la presa di posizione del Fondo Monetario, che si è unito alla schiera dei catastrofisti con un’analisi drammatica delle conseguenze della Brexit, evocando addirittura la caduta in recessione della Gran Bretagna fin dal prossimo anno. L’azione combinat

Il martirio di Jo Cox salverà l’Unione Europea?

Economia e Finanza
Che le giornate fino al 23 giugno sarebbero state convulse se lo attendevano tutti. Ma che la sfida tra favorevoli e contrari ci avrebbe presentato anche il martirio di un esponente politico in campagna elettorale, forse nessuno l’avrebbe mai immaginato. -- Invece è successo anche questo. Ieri, verso le 13, la deputata laburista Jo Cox ed un suo collaboratore sono stati uccisi durante un comizio da un fanatico del Brexit al grido “Britain first”, il nome di un movimento politico di estrema destra anti-islamico e favorevole all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. La folle violenza irrompe sulla scena politica e forse cambierà l’esito del voto. E’ ipotizzabile che il 17% di indecisi siano ora spaventati da un fronte che ospita fanatici in grado di uccidere chi non la pens

Dopo il panico è ora di rimbalzare

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Sembra senza fine il calo delle borse europee, e tra queste in particolare di quelle più periferiche, come la nostra derelitta Piazzaffari. Sia Eurostoxx50, che l’indice tedesco Dax che quello italiano Ftse-Mib hanno collezionato ieri la quinta giornata fortemente negativa consecutiva. La percentuale complessivamente persa nelle ultime 5 sedute è stata molto ampia: -8% per Eurostoxx50, -7,5% per il Dax e addirittura –9,5% per il nostro Ftse-Mib. Per vedere una perdita in 5 sedute superiore a quella segnata in questi giorni occorre andare indietro fino all’uragano dell’agosto dello scorso anno per i primi due indici e fino allo scorso febbraio per il nostro Ftse-Mib, che da inizio anno ha già lasciato sul terreno ben il 24% del suo valore. Ieri poi si è verificato anche un evento epocale

Paura Brexit, ma quanto è motivata?

Attualità e Cronaca, Economia e Finanza
Negli ultimi giorni si è abbattuta sui mercati una sfilza di eventi sensibili, che in parte non è ancora stata scontata. La decisa irruzione della paura Brexit, dilagata nelle ultime sedute borsistiche della scorsa settimana; lo scoppio della violenza tutti contro tutti degli ultrà delle varie tifoserie ai Campionati Europei, che ci ha dato una plastica immagine del clima di tolleranza e solidarietà che alberga all’interno dell’Unione Europea; per finire, ieri, il devastante attentato terroristico di matrice islamica in USA, che potrebbe avere oggi qualche rilevanza sui mercati, per il semplice fatto che questa volta è avvenuto entro i confini USA ed è più difficile da ignorare anche per le ciniche borse americane. -- Di questi fatti solo il primo, cioè il rischio Brexit, è stato gi

L’America in vetta, all’Europa le vertigini

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Quando in montagna si compiono arrampicate impegnative, il consiglio che danno gli esperti è quello di non guardare in basso, per evitare le vertigini, ma continuare a tenere lo sguardo ben fisso in alto, verso la meta. -- La sensazione è che ieri, a pochi punti dal picco dei massimi raggiunto il 20 maggio 2015, poco più di un anno fa, e dopo tre sedute positive consecutive, l’indice abbia guardato sotto e sia stato colto da un po’ di vertigine. La stessa cosa è capitata al mercato delle materie prime ed in particolare a quello dove si contratta il greggio che aveva addirittura superato nella notte precedente il picco di quota 51 dollari (massimo del 9 ottobre 2015, da cui partì l’ultimo forte impulso ribassista che lo trascinò giù fino ai 26 dollari del 11 febbraio scorso). Pertant

Wall Street verso la vetta, gli altri arrancano

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In un mondo finanziario in cui l’unica cosa certa è l’incertezza, l’unico mercato azionario che riesce a salire con regolarità, macinando piccoli incrementi tutti i giorni è quello americano. -- Sorrette dalle rassicurazioni di nonna Yellen, restia a toccare i tassi nel breve periodo, in attesa di lumi dai dati economici futuri (ecco: l’incertezza ha contagiato anche chi dovrebbe saperla più lunga di tutti gli altri), le mani fiduciose della speculazione continuano lentamente ma costantemente a raccogliere titoli e consentono all’indice SP500 di superare anche la resistenza di 2.115 e di mantenersi al di sopra fino a fine seduta, come non succedeva dal mese di luglio 2015, quando realizzò il suo massimo di sempre a 2.135. La strada verso l’attacco anche a questo record storico è orma

Voglia di rialzo, ma la resistenza resiste

Economia e Finanza
I mercati ieri hanno trascorso tutta la seduta europea vivacchiando senza troppo muoversi, bloccati L’inatteso colpo di freno alle prospettive di rialzo dei tassi americani ha rianimato come d’incanto le Borse europee. Il tonificante colpo di frusta speculativo, rappresentato dalla prospettiva di alcuni mesi con i tassi fermi, ha provocato un corposo rimbalzo, alimentato dal recupero dei titoli e dei settori che la scorsa settimana avevano sofferto di più. -- Il ritorno in fase risk on delle borse ha giovato soprattutto al settore bancario ed a quello energetico, con il primo che questa volta ha vissuto la volatilità in senso rialzista. L’indice italiano Ftse-Mib questa volta è stato il migliore, con un rotondo +2%, brillando proprio grazie alle performance esagerate delle banche pop

Niente rialzo, la Fed scherzava

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I mercati ieri hanno trascorso tutta la seduta europea vivacchiando senza troppo muoversi, bloccati dall’attesa del discorso di Janet Yellen, che avrebbe chiarito l’impatto che i brutti dati economici dei giorni scorsi hanno avuto sul sentiment della banca centrale USA. -- Eurostoxx50 ha chiuso in modesto rimbalzo, recuperando quota 3.000, mentre la nostra Piazzaffari è stata ancora in balia del settore bancario. Ieri è partito l’aumento di capitale di B. Popolare, che ha visto un corposo recupero di valore del titolo e del diritto, oltre che della fidanzata Pop. Milano, mentre le altre banche hanno continuato a scendere un po’. L’indice ha comunque beneficiato dei significativi rialzi degli energetici, chiudendo in positivo a +0,74%. Il discorso di Yellen è stato alle 18,30, troppo

Sui mercati e sull’economia le dissonanze non mancano

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La settimana che ha portato i mercati nel mese di giugno ha deluso le aspettative di inversione rialzista della tendenza, che quella precedente aveva suggerito. -- Lo constatiamo soprattutto per i mercati azionari europei e per quello giapponese, tutti capaci di collezionare solo candele settimanali nere che si sono rimangiate gran parte dei guadagni realizzati la settimana precedente. L’indice europeo Eurostoxx50 ha tentato ad inizio settimana di avvicinarsi ulteriormente alla resistenza di 3.148, ma la sua spinta si è ben presto arrestata a quota 3.098, per poi innestare la retromarcia con ben 4 sedute negative consecutive. Anche l’indice giapponese Nikkei ha atteso invano buone notizie (cioè altri stimoli economici in aggiunta al rinvio dell’aumento dell’IVA) da parte del governo

Se l’America smette di creare lavoro…

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Si erano create parecchie aspettative sui due eventi (soprattutto sul secondo) che ieri hanno impegnato la giornata dei mercati: la riunione mensile BCE con annesso show mediatico di SuperMario Draghi e il solenne meeting dell’acciaccato OPEC, alle prese con il rebus di rianimare i prezzi del petrolio senza rianimare le tramortite imprese estrattive di shale oil americane. Le folate di acquisti sul greggio che si sono viste nei due giorni precedenti avevano instillato il dubbio che qualcuno subodorasse accordi sui limiti produttivi. I fatti hanno invece prodotto un sostanziale nulla di nuovo su entrambi i fronti. Draghi ha detto che prima di pensare a ulteriori novità di politica monetaria bisogna aspettare gli effetti di quelle decise a marzo (QE allargato ai bond corporate e nuova