martedì, Ottobre 22

Economia e Finanza

In arrivo i salvataggi bancari: grazie Brexit

Attualità e Cronaca, Economia e Finanza
Sui mercati ci sono momenti precisi in cui avvengono le svolte e spesso capitano proprio quando tutto sembra perduto o quasi, quando i listini si affacciano sull’orlo del baratro. -- In quei momenti, quando basterebbe poco per assestare un colpo decisivo alla traballante fiducia degli investitori, ecco che la situazione, senza particolari motivi, si ribalta, un rimbalzo improvviso e potente allontana la bufera e cambia radicalmente l’umore degli investitori. E’ quel che è successo in Europa venerdì scorso. L’ultimo giorno di una settimana borsistica che, nei 4 precedenti sembrava in procinto di annullare del tutto il rimbalzo post-brexit e rigettare gli investitori nello sconforto già sperimentato il 27 giugno, nella seconda seduta successiva al drammatico referendum britannico, e

Italia-Germania: mal comune mezzo gaudio?

Economia e Finanza
Non mi riferisco alle recenti vicende calcistiche, ma a quelle borsistiche, ed in particolare bancarie. -- Perché ieri, la giornata che doveva partorire il rimbalzo delle borse europee, per raddrizzare l’andamento settimanale piuttosto preoccupante, dopo ben 3 giornate consecutive di calo, si è progressivamente sgonfiata, dando l’impressione che basti veramente poco a distruggere le migliori intenzioni rialziste dell’azionario europeo. L’inizio della seduta è stato dominato dall’attesa di imminenti provvedimenti di sostegno per le banche italiane, che abbiano il placet europeo, a cui Renzi ha fatto riferimento martedì, classificando come in via di risoluzione il problema dei NPL (Non Performing Loan, elegante tecnicismo inglese per parlare di sofferenze bancarie senza spaventare).

Banche italiane: la soluzione che non avremo

Economia e Finanza
La situazione sui mercati si sta facendo sempre più caotica dal momento che la Brexit, che di per sé è un “non evento”, dato che il tutto è stato congelato per mesi, sta fornendo il pretesto per la resa dei conti su altre questioni. -- Quella più grave e pericolosa è l’avvitamento del sistema bancario italiano, che è ormai riconosciuto da tutti in modo esplicito come “la patata bollente dell’estate” per i burocrati europei ed il governo italiano. Sembra del tutto finito il periodo della negazione della realtà da parte governativa (“le nostre banche sono più solide di altre”) e la vigilanza BCE comincia a fischiare ripetutamente calci di rigore su quelle più in difficoltà, in previsione degli stress test del 29 luglio. I mercati sentono da tempo l’odore del sangue ed i fondi hedge

Brexit come il Millenium bug

Attualità e Cronaca, Economia e Finanza
Dopo la terribile candela nera settimanale che i mercati azionari hanno evidenziato a ridosso del referendum Brexit, il sismografo della volatilità ha prodotto nella settimana successiva, appena conclusa, una quasi altrettanto mastodontica candela bianca che annulla del tutto gli scenari più apocalittici, evocati maldestramente da politici interessati (inglesi ed europei) e agenzie di previsione economica incapaci o prezzolate. Si sta disegnando quello scenario che ho presentato prima del referendum nell’articolo, che si può leggere al seguente link: http://www.borsaprof.it/commenti_analisi.asp?id=1830 , dal titolo piuttosto esplicito: “Qualunque cosa accada sarà una Bufala”. Gli inglesi, ora impegnati a risolvere le faide interne dei due principali partiti, che debbono sostituire i

La figuraccia di Renzi stoppa il recupero di Piazzaffari

Economia e Finanza
Ieri il rimbalzo dei mercati azionari occidentali è proseguito in modo abbastanza corale, dimostrando che lo spavento Brexit comincia ad assumere sempre più l’aspetto di una bufala creata per movimentare i mercati e fornire ai manovratori delle borse l’opportunità speculativa di fare guadagni che l’attività di cassettista sull’obbligazionario non consente più da tempo. -- Certo, se confrontiamo dove sono tornati ieri i principali indici con i valori che segnavano il giorno prima dei risultati del Brexit, la situazione è variegata. C’è chi ha ormai recuperato tutto il terreno perduto nei giorni del terremoto finanziario. Questo indice è, udite, udite, proprio quello inglese, alla faccia di quel che ci hanno raccontato gli esperti delle istituzioni sovranazionali e degli istituti di ri

L’Europa tenta di rialzare la testa

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Dopo le due terrificanti giornate che hanno seguito il risultato Brexit, i mercati azionari mondiali e soprattutto quelli europei hanno finalmente tentato ieri di imbastire una prima reazione. -- La strada da recuperare è tanta. Tantissima per gli indici che più hanno sofferto la batosta del Brexit, come il nostro Ftse-Mib e l’Ibex spagnolo. Quasi infinita per il settore bancario europeo, su cui si è scaricato l’epicentro del terremoto ribassista degli ultimi giorni e, a dire il vero, anche dei precedenti 3 eventi sismici che in questo 2016 hanno già colpito. Ma non possiamo ignorare che il rubinetto delle vendite si è momentaneamente chiuso ed i “cercatori di monnezza”, come chiamo quelli che si buttano sempre alla ricerca di investimenti a prezzi di saldo, hanno cominciato ieri

Vince Brexit: ecco a voi il Cigno nero

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L’improbabile e totalmente imprevista vittoria del Brexit è avvenuta. Neanche Wall Street, che ieri ha chiuso sui massimi di seduta, dopo che le borse europee avevano galoppato per tutta la giornata, era riuscita a capire che nelle urne si annidava il rancore inglese nei confronti di un’Europa vista non come una famiglia, ma come un condominio litigioso da cui traslocare al più presto. Ai ricchi fondi Hedge non è servito commissionare exit poll privati per sondare in anticipo gli umori inglesi. Né le agenzie di sondaggi, poco apprezzate dopo che lo scorso anno non avevano previsto la vittoria di Cameron e, questa volta, neanche i bookmaker, tradizionalmente molto precisi, hanno azzeccato il pronostico. Evidentemente parecchi, che magari al telefono, nel timore di chissà quale rito

Coraggio, il tormentone Brexit sta per finire

Economia e Finanza
Le prese di beneficio, che mi aspettavo arrivassero sugli indici europei prima del referendum inglese, dopo la sgroppata rialzista di 3 sedute, si sono viste solo nella mattinata di ieri e sono state completamente riassorbite nel pomeriggio, con chiusure positive, anche se non brillantissime, per la quarta seduta consecutiva. Paradossalmente le prese di profitto si sono viste di più dove minori sono stati i profitti generati dal rimbalzo anti-Brexit, cioè sugli indici americani, anche ieri scarsamente volatili, ma tendenti alla prevalenza delle vendite. Nel positivo contesto europeo ha fatto eccezione la nostra Piazzaffari, colpita questa volta più dallo storno di alcuni titoli energetici che dalle prese di profitto sui bancari. Ha avuto una brusca frenata finale e chiuso col segno meno

Brexit: qualunque cosa accada sarà una bufala

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Siamo alle battute finali di quello che da molti commentatori e policy maker ci è stato presentato come “il giorno del Giudizio” sulle sorti dell’Unione Europea: il referendum che porterà i cittadini britannici ad esprimere la loro volontà sulla permanenza (Remain) o sull’uscita (Leave) della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Si è arrivati qui dopo un lungo percorso di progressivo “raffreddamento” dei rapporti tra il Regno Unito e gli altri paesi europei, che ha portato da anni alla costruzione di un regime da “separati in casa”, con la Gran Bretagna che partecipa alle decisioni comuni, ma sulle principali materie, quelle più caratterizzanti, conserva sempre la clausola detta “opting out”, cioè di non partecipare, lasciando contemporaneamente agli altri la possibilità di andare avanti.

Entusiasmo da scampato pericolo

Economia e Finanza
Un esagerato entusiasmo per i sondaggi favorevoli alla permanenza della Gran Bretagna nella UE ha preso il posto del terrore delle prime due settimane di giugno. Risulta perciò assai spettacolare il recupero dei listini europei negli ultimi giorni, così come pareva drammatico il terrore delle settimane precedenti. -- I mercati al giorno d’oggi non hanno certo tempo da perdere. Cali e rialzi si esprimono con estrema rapidità e violenza, rendendo i movimenti dei prezzi sempre più veloci, smodati e pertanto volubili. Diventa sempre più difficile salire sul treno in corsa per chi non riesce a prenderlo alla prima stazione. Il rischio è di prendere in faccia le correzioni e venir sbattuti fuori dalla volatilità smisurata. Gli indici europei hanno mediamente recuperato più del 3% solo i