venerdì, Dicembre 27

Economia e Finanza

Ennesimo dietrofront. L’incertezza continua

Ennesimo dietrofront. L’incertezza continua

Economia e Finanza
A testimonianza del permanere dell’incertezza sui mercati, all’ottimismo di lunedì è immediatamente seguita una battuta d’arresto ieri. Per una volta lo scrollone ribassista è arrivato dagli indici azionari americani, solitamente meno volatili di quelli europei. Ieri hanno collezionato una seduta con un calo superiore al -1%, evento abbastanza raro negli ultimi 3 mesi, rovinando l’umore di quelli europei. A far scattare significative prese di profitto in USA è stata una serie di eventi, che hanno un po’ sorpreso i mercati e si sono aggiunti allo sgradevole odore che emana la campagna elettorale americana. Ormai non si parla più di politica e di programmi, ma l’attenzione è monopolizzata dalle malignità che vengono diffuse dalla stampa USA su Trump e da Wikileaks sulla Clinton. La par
Riflettori sul petrolio che testa i massimi dell’anno

Riflettori sul petrolio che testa i massimi dell’anno

Economia e Finanza
Neanche ieri i mercati finanziari principali sono riusciti ad accantonare l’altalenante incertezza che ne caratterizza le sedute da inizio settembre, quando si è esaurito il mini-rally estivo attuato in agosto. Non esistono più motivazioni forti a salire, ma non ne esistono neanche per fuggire, dato che le due  più immediate patate bollenti (rialzo dei tassi ed elezioni USA) non registrano significativi aumenti di temperatura. Sul fronte tassi il mercato continua a scommettere che in USA avverrà a dicembre, escludendo un movimento anticipato alla riunione di novembre, che si tiene pochi giorni prima delle elezioni presidenziali, e che verrebbe giudicato forse come un’intrusione della FED nell’arena politica. Però osservo che nelle ultime due settimane i dati di settembre stanno mo
Mercati strattonati da petrolio e banche

Mercati strattonati da petrolio e banche

Economia e Finanza
Come ipotizzato ieri, la speculazione si è scatenata sui titoli delle società petrolifere, dopo il compromesso raggiunto a sorpresa in sede OPEC per tagliare la produzione di petrolio. Al balzo dei prezzi del greggio, iniziato nella serata di mercoledì, è seguito un po’ di consolidamento ed una ulteriore gamba rialzista nella seduta di ieri, che ha portato il greggio anche a superare i 48 dollari ed avvicinare la resistenza di 48,50, che aveva arrestato il 19 agosto il forte rimbalzo estivo. L’assalto ieri si è esteso alle società petrolifere ed energetiche, provocando un’apertura in forte gap rialzista ed una continuazione del rally per tutta la seduta. L’indice settoriale europeo è salito di oltre il 4%, una performance quotidiana che quest’anno si è vista solo a febbraio, quando il p
Il fantasma di Trump e quello di Lehman

Il fantasma di Trump e quello di Lehman

Economia e Finanza
L’allegro rialzo che le Borse hanno messo a segno a caldo, mercoledì e giovedì scorsi, dopo le performances delle banche centrali, ha lasciato spazio ad una riflessione più attenta, ed allora le borse sono praticamente tornate ieri al punto di partenza. Così è stato per il principale indice azionario USA, SP500, che ha chiuso la seduta a 2.146 punti, più o meno il livello da cui è partita la breve riscossa, mercoledì 21 settembre, prima dell’annuncio della FED. Il clima pare rapidamente cambiato ed il pallino sembra tornato nelle mani dei venditori, che hanno tolto un po’ di soldi dal banco prima di assistere, seduti in poltrona con birra e pop-corn, al derby politico Hillary-Donald. Il primo faccia a faccia elettorale televisivo, a cui i due contendenti per la Presidenza della maggi
Gli effetti collaterali della ZIRP

Gli effetti collaterali della ZIRP

Economia e Finanza
La settimana delle banche centrali doveva risolvere qualche dubbio ai mercati che l’hanno attesa in modo piuttosto nervoso. Il responso che martedì è stato dato, apparentemente benevolo, poiché il temuto rialzo dei tassi USA non c’è stato e la BOJ ha comunicato un grosso fascicolo di novità che dovrebbero aiutare le banche nipponiche, ha prodotto una fiammata che ha consentito ai principali mercati di rimbalzare dai supporti e riavvicinarsi ai massimi del mese di agosto. Tuttavia la fiammata di esultanza rialzista è sembrata spegnersi venerdì, dopo solo due giorni. Quali motivi abbiano i mercati per accantonare così in fretta i festeggiamenti, è presto detto. La FED ha rinviato il rialzo dei tassi, ma nel farlo ha praticamente annunciato che solo eventi molto negativi potrebbero c
Mercati esaltati dalle ambiguità delle banche centrali

Mercati esaltati dalle ambiguità delle banche centrali

Economia e Finanza
L’interpretazione che i mercati hanno dato finora delle decisioni delle banche centrali è sicuramente rilassante, dato che l’incertezza, a tratti piuttosto preoccupata, che ha caratterizzato l’andamento dei mercati nella prima parte di settembre è stata fugata dall’immobilismo della FED e dalla girandola di aria fritta della BOJ. I mercati hanno deciso di fidarsi ancora una volta dei veri potenti del mondo ed hanno accolto le loro decisioni, assai ambigue, guardando solo la parte piena del bicchiere. In grande sintesi la lettura che hanno dato è stata: la BOJ non ha abbassato ulteriormente i tassi di interesse ed ha preso una serie di provvedimenti minori, travestendoli da novità rivoluzionarie, che favoriscono un po’ le banche e che consentono un po’ di speculazione sul settore bancari

I mercati cominciano a sentire puzza di bruciato

Economia e Finanza
La marcia di avvicinamento verso la settimana delle banche centrali, come potremmo definire quella che inizia oggi, dopo il giro di boa di metà mese, è stata sofferta e zoppicante, da parte di mercati che hanno perso lo smalto e la sicurezza sfacciatamente mostrati durante tutto il periodo estivo. L’indice Europeo Eurostoxx50 ha dato un importante segnale di rottura del trend rialzista di breve termine. Altrettanto ha fatto l’indice tedesco Dax e quello italiano Ftse-mib. Tutti hanno rotto le trend line rialziste che hanno accompagnato la ripresa estiva dallo spavento Brexit. La prima parte di settembre ha annullato anche tutta la salita che l’indice USA SP500 era riuscito ad effettuare in estate, dopo aver superato i precedenti massimi storici del 2015. Anche qui è emersa un’improvv

Basta un banchiere qualunque a muovere i mercati

Economia e Finanza
I mercati USA, dopo la tranquillità mostrata per tutta l’estate, sono entrati in una fase di fibrillazione che rivela l’assoluta dipendenza dalle mosse della FED. A contare sembra essere solo quel che faranno Yellen e soci del FOMC nella riunione che si concluderà tra una settimana esatta. Al punto che, dopo lo spavento subito venerdì dai toni da super-falco di Rosengreen (uno spavento abbastanza assurdo, dato che Rosengreen è noto per essere il falco più agguerrito in seno al FOMC), che ha mandato al tappeto tutto il rialzo estivo, ieri è bastato l’intervento rassicurante di un certo Brainard, semi-sconosciuto membro del FOMC tra gli ultimi arrivati, che è una tra le colombe più affettuose con i mercati in seno al Consiglio della FED, per provocare il recupero di circa due terzi del ri

Rallentamenti veri e i disastri simulati. Ai mercati piace tutto

Economia e Finanza
La settimana scorsa si è conclusa positivamente per i mercati azionari europei, che hanno superato una grossa sorpresa negativa pomeridiana, facendola diventare positiva con il gioco delle aspettative. La prima stima (advanced) del PIL USA del secondo trimestre, che gli analisti attendevano ottimisticamente in decisa crescita al valore annualizzato di +2,6%, è uscita al moscio valore di +1,2%, cioè meno della metà del previsto. Non solo. E’ stato rivisto al ribasso da +1,1% a +0,8% anche il dato ufficiale del primo trimestre. Se la stima del secondo trimestre venisse confermata dalle successive revisioni che avremo in agosto, si tratterebbe di un primo semestre assai deludente per l’economia USA, con una crescita di un solo punto percentuale e l’impossibilità per quest’anno, di eguaglia

Le trimestrali spingono, le banche centrali frenano

Economia e Finanza
Dopo le due delusioni offerte ai mercati da BCE e FED, oggi è arrivata la terza, da parte della Banca del Giappone, che non ha varato significative misure di sostegno in aggiunta al piano di spesa pubblica annunciato mercoledì dal premier Abe. I mercati confidavano in un colpo di qualche bazooka monetario per potenziare gli effetti espansivi delle misure del governo. Ma a Kuroda non piace mai fare quel che vogliono i mercati quando loro lo vogliono e si è limitato a raddoppiare il limite annuale degli acquisti di ETF, senza toccare i tassi, né la dimensione del QE, né tantomeno parlare di helicopter money. Ha peraltro annunciato che la crescita economica prosegue “grosso modo” secondo i piani ed anche il target di inflazione viene confermato. I dati usciti negli ultimi mesi dicono tutt’alt