giovedì, Dicembre 26

Economia e Finanza

Dal sogno americano all’incubo arancione

Dal sogno americano all’incubo arancione

Economia e Finanza
Ieri le notizie più significative sono state due: la pubblicazione dei primi sondaggi effettuati dopo l’intervento a gamba tesa della FBI su Hillary Clinton e la riunione del FOMC della Federal Reserve, che ha lasciato, come da attese, i tassi invariati. I sondaggi elettorali hanno già misurato il grosso impatto della riapertura dell’inchiesta mail-gate sulle opinioni degli elettori. Il vantaggio di Hillary, che arrivò ad essere stimato anche intorno ai 7-8 punti percentuali, in crescita per quasi tutto il mese di ottobre, grazie alle vittorie nei faccia a faccia televisivi ed alle gaffe sessiste del suo sfidante, è già completamente sparito. La rapidità nella perdita di consensi di Hillary desta una certa impressione e probabilmente è stata favorita anche dal rilassamento in cui il suo s
La FBI ordina l’evacuazione finanziaria

La FBI ordina l’evacuazione finanziaria

Economia e Finanza
Siccome l’economia reale non è riuscita a convincere i mercati a scendere, ci ha pensato la politica. Dopo la strana decisione della FBI americana di rimettere sotto inchiesta Hillary Clinton per il reato di divulgazione di segreti di stato mediante l’uso un po’ allegro delle sua casella mail, la campagna elettorale è tornata decisamente in bilico. Anche perché FBI sembra diventata la principale supporter di Trump. Ora sono spuntate anche indagini sul marito di Hillary, Bill, ex Presidente degli USA, che poche ore prima di andarsene, alla fine del suo mandato, avrebbe concesso una strana grazia ad un faccendiere amico suo, fuggito all’estero per evasione fiscale. Trump, galvanizzato dall’aiuto giudiziario insperato, arrivatogli dall’agenzia investigativa che in precedenza aveva tanto crit

Prove di crollo sui mercati obbligazionari

Economia e Finanza
Sembra proprio che l’azionario europeo non ce la faccia a scendere, mentre all’opposto quello americano non riesca a salire. Il comportamento dei due mercati, negli ultimi giorni, è molto divergente. L’Europa preme contro le resistenze e scalpita per infrangerle. Wall Street non riesce a staccarsi dai supporti e rischia di sfondarli. Anche il comportamento nel corso delle varie sedute pare diametralmente opposto. L’Europa sfoga le prese di beneficio nella mattinata e nel pomeriggio recupera. Wall Street spesso apre tonica per poi ammosciarsi nel corso della seduta, mostrando comunque un certo disinteresse e volumi in diminuzione. Ieri questo copione si è ripetuto, ma a prendere il centro della scena è stato però il rally dei rendimenti obbligazionari, che sembrano aver preso un andazzo be
Il solito dubbio amletico tra crescita e tassi

Il solito dubbio amletico tra crescita e tassi

Economia e Finanza
È proseguita ieri la fase di correzione, iniziata nella seconda parte di lunedì scorso, da parte dei mercati azionari europei, dopo il discreto mini-rally partito il 13 ottobre. La correzione per ora è modesta, va inquadrata nella categoria delle prese di beneficio e non impensierisce ancora nessuno, dato che solo una piccola parte del percorso rialzista macinato in ottobre è stata ricoperta in senso inverso. Anche la modalità della correzione è tipica delle semplici pause. Infatti ieri si sono visti cali più consistenti in mattinata e recuperi nel pomeriggio, quando sembrava che anche Wall Street volesse ricominciare  a salire, dopo un’apertura in significativo ribasso e test dei minimi di venerdì scorso nei pressi di 2.130 punti di SP500. A provocare il rimbalzo americano è stata, alle
Si ferma il mini-rally. Pausa o inversione?

Si ferma il mini-rally. Pausa o inversione?

Economia e Finanza
Dopo tanto correre una pausa è inevitabile. Questa è la considerazione che viene spontanea guardando lo svolgimento della giornata di ieri sui mercati europei. Infatti Eurosotxx50, l’indice delle blue chips dell’Eurozona, era reduce da 5 sedute positive consecutive, mentre il nostro Ftse-Mib ne aveva inanellate in precedenza addirittura 7 di fila. Una sosta ai box dopo tanta corsa è del tutto fisiologica. Sarebbe stato, anzi, piuttosto sorprendente un ulteriore allungo immediato. Del resto, se osserviamo meglio i grafici degli indici citati, notiamo che erano giunti a contatto con due aree di resistenza piuttosto significative. Eurostoxx50 trovava a quota 3.102 una resistenza che ha frenato tutti i tentativi di rialzo dell’indice a partire da maggio di quest’anno. L’indice europeo già lu

La voglia di rialzo fa i conti con le resistenze

Economia e Finanza
La complicità di dati macroeconomici positivi sia in area euro che in USA ha consentito ai mercati azionari europei di testare i massimi dell’estate ed all’indice SP500 americano di rompere al rialzo una congestione triangolare che lo ingabbiava da 8 sedute. Sono stati gli indici PMI, che raccolgono le visioni dei manager del settore acquisti, a dare una forte impressione di fiducia nella crescita economica dell’ultima parte dell’anno. Tutti hanno fornito valori positivi e superiori alle stime degli analisti, che già si aspettavano diffusi miglioramenti. La notizia ha galvanizzato soprattutto gli indici europei, autori di una mattinata folgorante. Il tedesco Dax è arrivato a superare quota 10.800, come nel 2016 aveva fatto soltanto il 14 agosto, mentre l’indice delle blue chips europee E
Il cerchiobottismo di Draghi tranquillizza i mercati

Il cerchiobottismo di Draghi tranquillizza i mercati

Economia e Finanza
La settimana che oggi si chiude sembra che abbia dribblato le insidie che si paravano davanti ai mercati. La prima, relativa alle elezioni americane, da possibile ostacolo all’ottimismo, si è trasformata in farsa, dopo il fallimento televisivo dell’ultimo assalto alla diligenza di Hillary da parte di un sempre più ansimante e sconclusionato Donald Trump, che se n’è poi uscito con la ridicola affermazione che “le elezioni saranno valide solo se le vincerò io”. Bella prova di rispetto dei principi democratici. Gli americano sembrano non aver gradito ed Hillary vola nei sondaggi, che la danno ormai quasi irraggiungibile. A sostenere qualche residua speranza per il molestatore seriale dai capelli arancio, rimane la costante e spesso fallace sottovalutazione da parte dei sondaggisti del voto po
Le mosse di Draghi all’esame dei mercati

Le mosse di Draghi all’esame dei mercati

Economia e Finanza
Le borse azionarie ieri hanno continuato a risalire, pur senza grandi entusiasmi, in attesa che la settimana ci consegni gli eventi clou. Il primo si è svolto nel pieno di questa notte, ed è l’ultimo faccia a faccia televisivo tra Clinton e Trump, prima della volata finale verso il voto del 8 novembre prossimo. La cronaca ed i sondaggi effettuati subito dopo il duello ci parlano della terza vittoria da parte della Clinton, che si è mostrata ancora una volta più sicura e presidenziale di un Trump scomposto ed irritabile, che ha addirittura affermato di poter anche non accettare l’esito del voto e denunciato brogli su vasta scala che vede solo lui. Sono segni di nervosismo che rivelano meglio di ogni sondaggio il forte affanno della sua corsa, che lo vede sempre più perdente. Direi che salvo
In cerca di lumi che non arrivano

In cerca di lumi che non arrivano

Economia e Finanza
Anche l’inizio di questa settimana non è stato brillante per i mercati azionari mondiali, sebbene non si sia verificato nulla di eclatante. Nonostante qualche discreta trimestrale (Bank of America e IBM), che ha battuto le stime degli analisti, gli indici USA hanno proseguito il ritorno verso i supporti, che su SP500 coincidono con il livello di 1.120, annullando gran parte del rimbalzo che si era prodotto tra giovedì e la prima parte di venerdì scorso. A condizionare negativamente la seduta, oltre alla produzione industriale USA sotto le attese, anche la consueta Babele delle lingue tra i vari membri della FED, più divisi che mai e che, a seconda di chi parla, spinge il mercato a movimenti schizofrenici. Ieri il vice  Presidente FED Fischer ha affermato il suo orientamento per il rialz
Quello strano rialzo dei rendimenti

Quello strano rialzo dei rendimenti

Economia e Finanza
La settimana che abbiamo lasciato alle nostre spalle non è stata risolutiva, circa le sorti future dei mercati. Prosegue la lateralità dei mercati azionari, stretti in range angusti, ma con poca voglia di tentare sortite direzionali significative. In settimana abbiamo assistito ad un brutto dato macroeconomico proveniente dalla Cina, relativo alla forte riduzione di export ed import, accompagnato da un balzo del cambio della loro moneta, che ha fatto ricordare le paure dell’agosto del 2015. La situazione si è un po’ stemperata venerdì, dato che i prezzi alla produzione cinese non hanno confermato un ritorno delle preoccupazioni, andando a salire addirittura un pochino, contro le attese di nuova contrazione da parte degli analisti. Si rimane pertanto in attesa che nuove comunicazioni sta