venerdì, Novembre 22

Autore: Alex Degioannni

Vince Brexit: ecco a voi il Cigno nero

Attualità e Cronaca, Economia e Finanza
L’improbabile e totalmente imprevista vittoria del Brexit è avvenuta. Neanche Wall Street, che ieri ha chiuso sui massimi di seduta, dopo che le borse europee avevano galoppato per tutta la giornata, era riuscita a capire che nelle urne si annidava il rancore inglese nei confronti di un’Europa vista non come una famiglia, ma come un condominio litigioso da cui traslocare al più presto. Ai ricchi fondi Hedge non è servito commissionare exit poll privati per sondare in anticipo gli umori inglesi. Né le agenzie di sondaggi, poco apprezzate dopo che lo scorso anno non avevano previsto la vittoria di Cameron e, questa volta, neanche i bookmaker, tradizionalmente molto precisi, hanno azzeccato il pronostico. Evidentemente parecchi, che magari al telefono, nel timore di chissà quale rito

Coraggio, il tormentone Brexit sta per finire

Economia e Finanza
Le prese di beneficio, che mi aspettavo arrivassero sugli indici europei prima del referendum inglese, dopo la sgroppata rialzista di 3 sedute, si sono viste solo nella mattinata di ieri e sono state completamente riassorbite nel pomeriggio, con chiusure positive, anche se non brillantissime, per la quarta seduta consecutiva. Paradossalmente le prese di profitto si sono viste di più dove minori sono stati i profitti generati dal rimbalzo anti-Brexit, cioè sugli indici americani, anche ieri scarsamente volatili, ma tendenti alla prevalenza delle vendite. Nel positivo contesto europeo ha fatto eccezione la nostra Piazzaffari, colpita questa volta più dallo storno di alcuni titoli energetici che dalle prese di profitto sui bancari. Ha avuto una brusca frenata finale e chiuso col segno meno

Brexit: qualunque cosa accada sarà una bufala

Attualità e Cronaca, Economia e Finanza
Siamo alle battute finali di quello che da molti commentatori e policy maker ci è stato presentato come “il giorno del Giudizio” sulle sorti dell’Unione Europea: il referendum che porterà i cittadini britannici ad esprimere la loro volontà sulla permanenza (Remain) o sull’uscita (Leave) della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Si è arrivati qui dopo un lungo percorso di progressivo “raffreddamento” dei rapporti tra il Regno Unito e gli altri paesi europei, che ha portato da anni alla costruzione di un regime da “separati in casa”, con la Gran Bretagna che partecipa alle decisioni comuni, ma sulle principali materie, quelle più caratterizzanti, conserva sempre la clausola detta “opting out”, cioè di non partecipare, lasciando contemporaneamente agli altri la possibilità di andare avanti.

Entusiasmo da scampato pericolo

Economia e Finanza
Un esagerato entusiasmo per i sondaggi favorevoli alla permanenza della Gran Bretagna nella UE ha preso il posto del terrore delle prime due settimane di giugno. Risulta perciò assai spettacolare il recupero dei listini europei negli ultimi giorni, così come pareva drammatico il terrore delle settimane precedenti. -- I mercati al giorno d’oggi non hanno certo tempo da perdere. Cali e rialzi si esprimono con estrema rapidità e violenza, rendendo i movimenti dei prezzi sempre più veloci, smodati e pertanto volubili. Diventa sempre più difficile salire sul treno in corsa per chi non riesce a prenderlo alla prima stazione. Il rischio è di prendere in faccia le correzioni e venir sbattuti fuori dalla volatilità smisurata. Gli indici europei hanno mediamente recuperato più del 3% solo i

Svolta sulla Brexit. Mercati in recupero

Economia e Finanza
La tragica evoluzione della battaglia politica in Gran Bretagna, dopo la morte della giovane deputata Jo Cox, ha determinato il recupero del fronte contrario alla Brexit, che ora è tornato a prevalere anche nei sondaggi, oltre che nelle quotazioni degli allibratori, a soli 3 giorni dal voto. -- Si sgonfia pertanto il timore per le imprevedibili conseguenze della possibile frattura in ambito UE, che un esito dirompente del voto potrebbe portare, a detta dei più. Ha contribuito al recupero dei moderati, favorevoli allo status quo, anche la presa di posizione del Fondo Monetario, che si è unito alla schiera dei catastrofisti con un’analisi drammatica delle conseguenze della Brexit, evocando addirittura la caduta in recessione della Gran Bretagna fin dal prossimo anno. L’azione combinat

Il martirio di Jo Cox salverà l’Unione Europea?

Economia e Finanza
Che le giornate fino al 23 giugno sarebbero state convulse se lo attendevano tutti. Ma che la sfida tra favorevoli e contrari ci avrebbe presentato anche il martirio di un esponente politico in campagna elettorale, forse nessuno l’avrebbe mai immaginato. -- Invece è successo anche questo. Ieri, verso le 13, la deputata laburista Jo Cox ed un suo collaboratore sono stati uccisi durante un comizio da un fanatico del Brexit al grido “Britain first”, il nome di un movimento politico di estrema destra anti-islamico e favorevole all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. La folle violenza irrompe sulla scena politica e forse cambierà l’esito del voto. E’ ipotizzabile che il 17% di indecisi siano ora spaventati da un fronte che ospita fanatici in grado di uccidere chi non la pens

Dopo il panico è ora di rimbalzare

Economia e Finanza
Sembra senza fine il calo delle borse europee, e tra queste in particolare di quelle più periferiche, come la nostra derelitta Piazzaffari. Sia Eurostoxx50, che l’indice tedesco Dax che quello italiano Ftse-Mib hanno collezionato ieri la quinta giornata fortemente negativa consecutiva. La percentuale complessivamente persa nelle ultime 5 sedute è stata molto ampia: -8% per Eurostoxx50, -7,5% per il Dax e addirittura –9,5% per il nostro Ftse-Mib. Per vedere una perdita in 5 sedute superiore a quella segnata in questi giorni occorre andare indietro fino all’uragano dell’agosto dello scorso anno per i primi due indici e fino allo scorso febbraio per il nostro Ftse-Mib, che da inizio anno ha già lasciato sul terreno ben il 24% del suo valore. Ieri poi si è verificato anche un evento epocale

Paura Brexit, ma quanto è motivata?

Attualità e Cronaca, Economia e Finanza
Negli ultimi giorni si è abbattuta sui mercati una sfilza di eventi sensibili, che in parte non è ancora stata scontata. La decisa irruzione della paura Brexit, dilagata nelle ultime sedute borsistiche della scorsa settimana; lo scoppio della violenza tutti contro tutti degli ultrà delle varie tifoserie ai Campionati Europei, che ci ha dato una plastica immagine del clima di tolleranza e solidarietà che alberga all’interno dell’Unione Europea; per finire, ieri, il devastante attentato terroristico di matrice islamica in USA, che potrebbe avere oggi qualche rilevanza sui mercati, per il semplice fatto che questa volta è avvenuto entro i confini USA ed è più difficile da ignorare anche per le ciniche borse americane. -- Di questi fatti solo il primo, cioè il rischio Brexit, è stato gi

L’America in vetta, all’Europa le vertigini

Economia e Finanza
Quando in montagna si compiono arrampicate impegnative, il consiglio che danno gli esperti è quello di non guardare in basso, per evitare le vertigini, ma continuare a tenere lo sguardo ben fisso in alto, verso la meta. -- La sensazione è che ieri, a pochi punti dal picco dei massimi raggiunto il 20 maggio 2015, poco più di un anno fa, e dopo tre sedute positive consecutive, l’indice abbia guardato sotto e sia stato colto da un po’ di vertigine. La stessa cosa è capitata al mercato delle materie prime ed in particolare a quello dove si contratta il greggio che aveva addirittura superato nella notte precedente il picco di quota 51 dollari (massimo del 9 ottobre 2015, da cui partì l’ultimo forte impulso ribassista che lo trascinò giù fino ai 26 dollari del 11 febbraio scorso). Pertant

Wall Street verso la vetta, gli altri arrancano

Economia e Finanza
In un mondo finanziario in cui l’unica cosa certa è l’incertezza, l’unico mercato azionario che riesce a salire con regolarità, macinando piccoli incrementi tutti i giorni è quello americano. -- Sorrette dalle rassicurazioni di nonna Yellen, restia a toccare i tassi nel breve periodo, in attesa di lumi dai dati economici futuri (ecco: l’incertezza ha contagiato anche chi dovrebbe saperla più lunga di tutti gli altri), le mani fiduciose della speculazione continuano lentamente ma costantemente a raccogliere titoli e consentono all’indice SP500 di superare anche la resistenza di 2.115 e di mantenersi al di sopra fino a fine seduta, come non succedeva dal mese di luglio 2015, quando realizzò il suo massimo di sempre a 2.135. La strada verso l’attacco anche a questo record storico è orma