Sulla borsa italiana, che ieri è stata ancora una volta, e di gran lunga, la migliore piazza al mondo, si stanno stappando fiumi di champagne francese.
La guerra sotterranea tra Mediaset e Vivendi è deflagrata improvvisamente con un’operazione ostile da parte dei francesi, che hanno rotto gli indugi ed iniziato con gran virulenza una scalata ostile al regno di Berlusconi. Bollorè, dopo aver già in passato conquistato la maggioranza relativa di Telecom Italia, vuole prendersi anche la maggiore esponente della comunicazione privata. Il tiolo Mediaset ha segnato un rialzo di circa il 32%, stimolando le fantasie dei trader, che da tempo non vivevano più esperienze simili. Ma non basta. La presentazione del piano industriale di Unicredit, da parte dell’AD Mustier, un altro francese, ha sferzato ulteriormente il listino italiano.
I numeri sono impressionanti. Quasi 20 miliardi di raccolta di capitale fresco: 13 da un aumento di capitale, il più grande tra quelli bancari visti finora, interamente garantito da un consorzio di banche internazionali e senza aiuti pubblici (Unicredit non è Montepaschi, sembra essere il messaggio); 6 da dismissioni; riduzioni di personale di oltre 14.000 unità e chiusura di quasi 1.000 filiali tra Italia, Germania ed Austria; pulizia di bilancio mediante svalutazioni di crediti per portare a circa il 70% la copertura delle sofferenze (in media le altre banche italiane si fermano sotto il 50%), che peraltro verranno dismesse per quasi 18 miliardi.
La pulizia imponente e dà l’impressione di voler veramente voltare pagina ed uscire dalle ambiguità che spesso in passato hanno interessato la banca. Il mercato ha subito festeggiato, come succede spesso quando vengono comunicati massicci licenziamenti, e i ribassisti hanno dovuto chiudere di corsa le loro posizioni. Il risultato è stato un rialzo del +15,9%.
Il listino non poteva che essere trascinato al rialzo, dato il peso nel Ftse-Mib di queste due società (specialmente Unicredit), ed anche per il contagio positivo che queste notizie provocano. Il Ftse-Mib ha segnato un +2,49%, avvicinandosi a grandi falcate alla resistenza di 19.216, massimi dell’anno segnati il 14 marzo scorso.
Certo, due notizie come queste non capitano tutti i giorni, ma dimostrano che il nostro listino ha parecchi temi da cui prendere volatilità, per cui tutto diventa possibile, ogni giorno.
Ieri sera, intanto, è arrivata la comunicazione ufficiale da parte della Vigilanza BCE della mancata concessione della proroga a MPS per l’aumento di capitale. E’ quella notizia che i mercati hanno saputo e scontato venerdì scorso. Il mercato sta già scontando la prossima mossa, cioè il decreto di salvataggio da parte del governo, che oggi assumerà pieni poteri, dopo la fiducia del Senato, e metterà il decreto come argomento del primo Consiglio dei Ministri.
Altro tema su cui speculare, ricordandosi che però il rischio è alto, perché si esplora una via, quella dell’intervento precauzionale ai sensi dell’art. 32 BRRD, che finora in nessun paese è stata ancora percorsa.
Pierluigi Gerbino www.borsaprof.it