sabato, Novembre 23

A Cuneo il prossimo orrore?

Care Gocce, nell’inserto Piemonte- Liguria del quotidiano “Il Giornale”, pubblicato mercoledì 6 luglio, è riportata una notizia che prossimamente farà scoppiare nella nostra terra Cuneese, lo scandalo maggiore degli ultimi 100 anni. Il titolo è” Traffico d’organi: s’indaga anche in Piemonte”. Qualche riga più sotto: “Una banda agirebbe tra Torino e Cuneo”.

L’articolo non firmato, si sviluppa a pag. 3 dell’inserto, e ci sono tutti gli ingredienti per un film dell’orrore di provincia; la sparizione di minori, “coinvolti insospettabili notabili cuneesi” a protezione dei quali le indagini sarebbero rallentate, “nonostante l’esistenza di prove importanti” e, sempre citando all’essenza, “pare addirittura si tratti di personaggi che magari dietro il paravento di un’associazione umanitaria si renderebbero responsabili di questo terribile traffico”.

Secondo l’articolo, pare manchi poco a importanti sviluppi nell’indagine e mi permetto aggiungere, all’ovvio susseguente deflagrare degli orchi in prima pagina.

 

A pag. 6 dello stesso inserto si sviluppa invece “Il fil Rouge del malaffare in città”, ovviamente la citta è Cuneo, da sempre detta l’Isola felice.

Si ricorda l’unico esploso con macchina al tritolo in città: l’imprenditore Dutto Attilio, fatto accaduto nel 1971, ancora ignoti gli autori. Un cenno pure per il suo socio in affari Lorenzo Streri. Situazione alla: “Prendi i soldi e scappa”. L’uomo è scomparso a Santo Domingo. La famiglia lo piange per morto, la giustizia lo pensa vivo e lo condanna per bancarotta fraudolenta.

Di nulla accusati, ma intanto li citano lo stesso come ruotanti in allora (1971) attorno al finanziere Dutto, gli imprenditori Flavio Briatore ed Ezio Odasso.

 

Ma il centro del “ Fil Rouge”, qual è ? Un clou molto locale e molto provinciale ; si rammenta la cricca che ha sviluppato negli anni addietro in Cuneo, una guerriglia mediatica sulle nomine alla amministrazione della Banca Regionale Europea. In allora, la memoria collettiva cuneese, ricorda vari colpi bassi mediatici, con grandi proclami, manifesti e libri.

Alla fine dell’articolo in poche righe, si può leggere qualcosa che suona come una dichiarazione di guerra ; la riporto integralmente:”Anche la nostra editrice ha subito attacchi di ogni tipo e tentativi di gravi danni da parte di tale “Milieu” e ha denunciato più volte ciò che le era accaduto a chi di dovere,ed è in attesa su quel fronte che le cose producano conseguenze”

Gli articoli di pagina 3 e pagina 6 procedono paralleli, e per quanto appare ,non sono direttamente collegati se non dal comune riferimento a situazioni di presente illegalità nella terra cuneese.

Personalmente mi colpisce considerare come di queste vicende, preannunciate da “Il Giornale”, i media locali non diano alcuna eco. Nulla neppure ne ha pubblicato” La Stampa” di Torino.

Siamo nella quiete che precede la tempesta? Non parlo di un’attesa nel silenzio di un vento polveroso, da sfida all’ok Corral , ma di una tempesta perfetta in stile cuneese: l’attacco a sorpresa che il guerrigliero sferra dagli anfratti della montagna.

Forse, il silenzio dei media locali è un’ applicazione del principio del bougia nen: come dire… se non sai dove andare, stai fermo.

A me pare, invece, per la gravità dei fatti richiamati, sia almeno il caso di non tacere, e per questa ragione, anche in questo tempo di dolore e attentati, ne scrivo.

Luca Calabrese