sabato, Novembre 23

Ancora un allungo. Ora take profit?

La svolta positiva realizzata, come un colpo di frusta, nella giornata di martedì, ha continuato ad influenza re beneficamente i mercati azionari anche ieri, provocando l’estensione del rally ed aggiungendo un altro tassello al loro recupero.

Dopo l’influenza positiva del sondaggio sulle intenzioni di voto degli inglesi al referendum Brexit del 23 giugno, che ha dato un esito assai favorevole allo status quo, ieri i mercati hanno beneficiato dell’accordo raggiunto dai creditori (UE e FMI) per concedere una nuova tranche da 10,3 miliardi di euro alla Grecia e consentirle di pagare i rimborsi previsti in estate. E’ poi anche stata concordata una sorta di alleggerimento del debito greco, ma solo a partire dal 2018 e con qualche ambiguità, per venire almeno parzialmente incontro alla richiesta del FMI e mantenere le promesse fatte ai greci nel 2012.

I tedeschi sono riusciti a stoppare un vero e proprio taglio del debito, che risulterebbe impopolare in Germania. Si è concordata una formulazione oscura degli accordi, tendente a mantenere il peso degli interessi al che pagheranno i greci entro il 20% del loro PIL.

L’accordo costituisce pertanto l’ennesimo calcio al barattolo e toglie per un po’ di tempo il problema Grecia dal tavolo delle gatte da pelare con urgenza. Non sorprende che abbia contribuito ad estendere l’ottimismo momentaneo dei mercati, insieme al prezzo del petrolio che è tornato a salire ed ha ritoccato i precedenti massimi relativi, facendo ormai il solletico al livello psicologico dei 50 dollari al barile per il contratto WTI Crude Oil scadenza luglio.

Il rilassamento dei mercati ha consentito agli indici europei di collezionare un altro rialzo superiore al punto percentuale ed a Wall Street di raggiungere, con l’indice più rappresentativo SP500, il livello di 2.090, facendo un ulteriore passo verso la forte resistenza di 2.110.

Intanto il dollaro ha frenato un po’ la sua corsa, sentendo la quota del cambio EUR/USD di 1,1129 come un supporto per ora impossibile da superare, dopo i tentativi falliti sia martedì che ieri.

Oggi è possibile che si assista a qualche presa di beneficio da parte di investitori che non erano più abituati a vedere performance così positive per due giorni consecutivi. Non ci sarebbe affatto nulla di male, a patto che il dietrofront non assuma dimensioni tali da annullare gran parte della strada percorsa.

Del resto ci avviciniamo agli importanti appuntamenti di domani. Innanzitutto la prima revisione del dato sul PIL USA del primo trimestre, che gli analisti si attendono un po’ migliore della prima stima fatta due settimane fa (+0,9% annualizzato contro +0,5%), ma soprattutto l’intervento di Janet Yellen, Presidente della FED, che dovrà esporsi e preparare i mercati, con la sua autorevole presa di posizione, alla prossima riunione del 14-15 giugno, che deciderà se procedere nel graduale inasprimento dei tassi di interesse USA oppure rinviare ancora la decisione, ritenendo i tempi non ancora maturi.

Pierluigi Gerbino www.borsaprof.it