giovedì, Novembre 21

Dignità

I brani seguenti sono tratti da :
Volume I
“La Costituzione della Repubblica nei Lavori Preparatori dell’Assemblea Costituente”
Edito da: Camera dei Deputati – Segretariato Generale
Intervento fatto all’Assemblea Costituente dall’Onorevole Giorgio La Pira nella seduta pomeridiana di martedì 11 marzo 1947

 

Sulla Dignità:
Pag. 316: “Se è vera questa tesi, è vero il famoso adagio: tutto nello stato, nulla fuori dello stato. Ma la conseguenza è questa: che dal punto di vista giuridico è inconcepibile l’esistenza di un diritto anteriore al diritto statuale, di un diritto naturale, chiamatelo come volete. Non esistono nella persona umana diritti che lo stato sia soltanto chiamato a riconoscere e a proteggere e non anche a creare. Una concezione così fatta della persona, della società e dello stato ha come sue ineluttabili conseguenze l’eliminazione in radice della libertà umana e della personalità umana e quindi la cancellazione dei diritti naturali dell’uomo. E badate: il diritto positivo tedesco fu di una coerenza estrema anche prima di Hitler, quando affermò che,siccome non esistono diritti naturali, ma soltanto un diritto positivo,i diritti dell’uomo sono delle concessioni statali che lo stato può come dare, così in qualunque momento, per i suoi fini, ritirare.”

Pag 318: “ Quindi, una concezione del valore trascendente ed interiore della persona umana. Badate che non ci ingolfiamo qui in una questione metafisica, per questa ragione: perché, se voi non concepite la persona umana come valore trascendente rispetto al corpo sociale, voi avete la conseguenza dello statalismo ; perché i casi sono due : o la persona ha questo valore di interiorità rispetto al corpo sociale,ed allora essa ha uno statuto giuridico che è anteriore ad ogni costruzione statale; o non lo ha, ed allora essa è radicalmente subordinata al principio statale, membro sostanziale, come diceva Hegel, del corpo statale. Non si esce da questo dilemma : o voi accettate questa concezione del valore trascendente, e potete ancorare i diritti naturali e imprescrittibili della persona umana; o voi non accettate tale concezione,ed allora siete ineluttabilmente condotti alla concezione dei diritti riflessi”.

Sul Lavoro:
Pag. 323: “ Finalmente un ultimo cenno su quanto diceva ieri l’onorevole Nenni: faremo uno stato di lavoratori? Ma bisogna precisare. Pensiamo che se proprio la dimenticata nelle Costituzioni Precedenti è stata la società economica e quindi la tutela dei lavoratori, questo volto produttivo e costruttivo dell’uomo,non può evidentemente non esser messo in rilievo in una Costituzione nuova: sarà questo un aspetto nuovo che assieme a quelli citati servirà a differenziare il tipo nuovo di Costituzione rispetto a quello di tipo individualista.
Io pensavo proprio, in questi ultimi giorni, leggendo un libro di un noto autore che fa in proposito delle preziose osservazioni, che se voi vi immaginate lo Stato come poc’anzi ve lo ha delineato – cioè come una società politica distinta da quella economica – voi non potete confondere i due titoli politico ed economico – che qualificano l’uomo. Io, come uomo,come persona, indipendentemente dalla mia funzione produttiva,sono membro di questa collettività politica, perché sono portatore di una concezione della vita che trascende l’ordine economico e che faccio valere architettonicamente nella politica. Quindi questo volto dell’uomo membro della collettività politica bisogna metterlo in netto rilievo , distinguendolo da quello dell’uomo lavoratore: il quale, quando esplica questa funzione speciale e produttiva nelle sue varie forme, partecipa- deve anzi partecipare- democraticamente e quindi attivamente a tutte le comunità economiche attraverso le quali si organizza, dal basso all’alto, la società economica. Ma le due cose vanno nettamente differenziate in base a questo principio della personalità umana che è fatta a scala. C’è nella scala umana il gradino del lavoratore : ma sopra c’è il gradino dell’uomo politico e, al di sopra dell’economia e della politica, c’è il grado supremo dell’uomo in colloquio diretto e immediato con Dio. Quindi la nostra Costituzione deve avere questo volto del lavoratore, ma con questa precisazione che è di estrema importanza giuridica e sociale.