martedì, Dicembre 3

Un atto di arroganza burocratica del Comune di Cuneo fa perdere il 70% del fatturato agli operatori del mercato ambulante

La notizia arriva da una denuncia fatta ai media da Carlo Cerrina ,rappresentante sindacale GOIA-UGL.- Sigla che raduna numerosi esercenti di microimpresa fissa e ambulante in provincia di Cuneo.

Il caso, racconta Cerrina, trae la sua origine dalla ristrutturazione della pavimentazione di  Via Roma  della città di Cuneo, e nel conseguente esodo forzato dei mercatali, da quella ad altra sede il giorno di martedì.
Utile, a questo punto, per chi non conosce la topografia della città, sapere  che via Roma è il primo tratto  di una lunga arteria  il cui percorso si è sviluppato in epoche diverse e   divide integralmente in due parti la sagoma a Cuneo della città  che proprio da quella forma prende il nome. Via Roma, sfocia in Piazza Galimberti (sede principale del mercato), continua nel suo opposto, in corso Nizza, e infine termina in Corso Francia.

Veniamo al fatto: il Comune, dopo aver consultato gli ambulanti, adducendo ragioni di viabilità, ha imposto per i banchi una nuova allocazione in una zona marginale di Piazza Galimberti, in forza della quale gli operatori hanno visto calare il fatturato FINO AL 70 per cento.

Di per sé, l’evento per quanto spiacevole, non è forzatamente indicatore di arroganza burocratica. Il Comune ha  sentito in pubblica assemblea gli operatori del settore  e poi ha deciso. Da un punto di vista meramente formale, nulla da eccepire. L’Ente  ha applicato la normativa in vigore.

Dalla testimonianza di Cerrina, però la realtà appare diversa: la consultazione delle categorie, prevista dalla legge, ha senso nell’ascolto e non nel diniego pretestuoso. Le nuovi posizioni dei banchi, imposte dal comune, non hanno tenuto in alcun conto le indicazioni  fornite dalla pluridecennale esperienza degli ambulanti. Nessuno meglio degli operatori del settore sa, che all’interno del mercato i clienti si spostano su flussi che seguono direzioni ben precise. Non è lo stesso posizionare un banco 15 metri prima o 15 metri dopo un certo punto della piazza. Il fatturato può cambiare radicalmente. Quale allocazione avevano domandato i mercatali per i loro banchi? Solo spostarsi di pochi metri e andare in corso Nizza. Si può vederlo dalla piantina in testa all’articolo. Si tratta di una disposizione già ampiamente sperimentata negli anni. Il percorso dei bus, in corso Nizza e in piazza Galimberti, è consentito dalle transenne poste sulla mezzeria di Corso Nizza. Al di là delle transenne, sul manto stradale, la zona  domandata dai mercatali. Per le vetture non è consentito l’accesso nel corridoio transennato. Ma da anni così si è sempre fatto, e poco cambia per la viabilità. In questo modo la Piazza mantiene la sua natura di grande rotonda. L’autobus ha la sua fermata in centro piazza, e non  ci sono quei terribili avvisi che duecento metri prima dirottano il traffico e buona parte dei clienti.

 L’ufficio comunale preposto, ha invece considerato la disposizione dei banchi di vendita alla stregua  di letti in un dormitorio da caserma. Arrivano commilitoni? Si aggiungano letti in fondo al camerone, dove c’è ancora posto e tutti zitti, il capitano ha dato gli ordini.

Ma molto diversa è la realtà del mercato  in  piazza.

Davvero è così difficile accontentare gli ambulanti? Sono proprio insormontabili i problemi di viabilità, o sono altri e non confessati sono i motivi che hanno portato all’attuale danno ai mercatali? Carlo Cerrina una risposta ce l’ha: alcuni, se pur pochissimi commercianti di C.so Nizza, si sono opposti alla vicinanza dei banchi ambulanti ai loro esercizi, anche se i prodotti venduti sono diversi. Il Comune poi si è adeguato in modo silente alle loro  richieste. Cerrina affonda ancora con una potente stoccata e tiene a ricordare il punto dell’art 11 comma 7 della  legge regionale 28/99, nel punto dove si recita “Sono vietate le modifiche delle aree destinate al commercio su area pubblica il cui fine è la creazione di zone di rispetto a tutela del commercio fisso o di abitazioni private, se non vi è un formale accordo fra i portatori di un interesse contrapposto e nel rispetto dei diritti acquisiti. Sono fatte salve le disposizioni a tutela della sicurezza, quali le ordinanze sindacali contingibili ed urgenti e dell’autorità giudiziaria.”

Che altro dire? Posso terminare con una considerazione: il commercio ambulante è la forma più antica di vendita organizzata che si conosca. Ha superato i millenni ed quella che ha dimostrato, meglio di altre, di adattarsi  a multiformi condizioni sociali.

Il mercato prima che commercio è ambiente, storia, tradizione. Ambito di colore che in realtà è complementare al commercio fisso. Disprezzarlo significa negare una tradizione alla quale gli italiani non intendono rinunciare e che fa  parte della nostra identità come popolo. Cercare di ostacolarlo o peggio eliminarlo non è un atteggiamento vincente.

Luca Calabrese