giovedì, Novembre 21

Viva Vittoria. Manifestazione contro la violenza sulle donne

Ieri, 7 dicembre, seconda presenza a Cuneo di “ Viva VITTORIA”, manifestazione contro la violenza sulle donne.

Ieri come il 30 novembre scorso, nuovamente il selciato di Piazza Galimberti, si è ricoperto di migliaia di quadrotti  multicolori, 50 x 50, tutti fatti a maglia da centinaia di donne e qualche raro uomo.

Il ricavato della vendita dei manufatti  andrà a progetti a sostegno di donne maltrattate.

Chi è Vittoria? Pensavo fosse il nome di una donna salvata da bruti o angherie. No, mi spiegano le volontarie, è il luogo dove è avvenuta per la prima volta nel 2015 la presentazione dell’evento: piazza della Vittoria a Brescia.

Da http://www.vivavittoria.it , apprendo la storia delle origini dell’evento:

L’idea è di un’artista bergamasca Patrizia Fratus, sostenuta subito nell’ impresa da altre quattro donne e poi a cascata da molta della gente bresciana.

Ma la parte più toccante della notizia l’ho acquisita da questo link di Bergamo News

https://www.bergamonews.it/2019/11/20/da-ottobarradieci-il-progetto-eutopia-dellartista-patrizia-fratus/338187

Qui, in data 21 novembre, si pubblicizza l’ultima opera di Patrizia Fratus: “Eutopia”. In quest’opera l’artista spiega la genesi di “Viva Vittoria” che  nasce  dalla sua esperienza di volontaria in una casa d’accoglienza, con donne il cui passato è ferito spesso da episodi di violenza.

Nella comunità di sostegno fare a maglia era ed  è utile strumento nel comunicare tra donne, e ricostruire, per tramite del lavoro, relazioni e autostima. Da lì, il passo successivo: usando mezzi poveri costruire un evento di arte relazionale, che potesse coinvolgere le masse e trasformarsi in risorsa per le persone in difficoltà.

In sostanza mettere al centro dell’iniziativa la persona umana, e tutto a lei ricondurre, secondo il più puro spirito della Costituzione.

Non a caso il 25 novembre 2015, nella prima realizzazione di Viva Vittoria, sul pavimento di quella che per i bresciani è detta più comunemente Piazza Vittoria, la distesa  di 15 mila quadrotti colorati  aveva un profilo molto specifico, la forma elicoidale, che come spiega Patrizia Fratus, voleva richiamare metaforicamente la catena  del D.N.A. e simboleggiare l’unicità della persona di ogni donna.

Quest’ ultimo approfondimento sulla genesi dell’evento mi ha particolarmente colpito, ed è molto vicino alla nostra sensibilità di gocce di rugiada costituzionale.

Nella nostra pagina “Mission” vi è il link alla coreografia “scopri il colore-la danza della luce della vita ovvero del big-bang”.

La danza che in realtà è alle origini della nostra storia, nel suo delinearsi, si ispira  idealmente al momento della fecondazione, della blastocisti, e delle movenze delle catene del dna, proprio per simboleggiare l’unicità della persona umana.

Che dire ancora, un plauso alle volontarie eroiche sulla piazza al freddo di dicembre, e in ultimo una curiosità iconografica che ancor più  avvicina noi gocce a “Viva Vittoria”. Il logo costituito dalle due V di Viva vittoria, iscritte in un cerchio a costituire una vu doppia, si sovrappone alla W di Work, nel logo Dignity end Work. La dignità e il lavoro sono quel filo rosso che unisce i quadrotti e ricostruisce la vita.