venerdì, Settembre 20

Trump vince, i mercati perdono

Trump ha vinto, anzi stravinto e, a mio parere, è l’ennesima calamità che poteva capitare al mondo. Arriveranno protezionismo, nazionalismo e aumento delle differenze sociali? I diritti civili arretreranno e il mondo diventerà ancora più cattivo di oggi? Per chi non è maschio, bianco e ricco la situazione peggiorerà? Si fermerà la già lenta rasformazione dell’economia globale verso la sostenibilità ambientale?
Sono queste e molte altre le domande che si pone il mondo mentre osserva il trionfo del populismo più becero nel paese più potente della terra. Quella grossolana aggressività, che ha attecchito così profondamente in USA, rottamando in un sol colpo l’establishment politico e finanziario, aumenterà la sua velocità di propagazione anche in Europa, buttando a gambe all’aria anche le istituzioni del Vecchio Continente?
A queste domande i mercati finanziari sanno oggi soltanto rispondere con una clamorosa bordata di vendite, paragonabile a quel che si vide il giorno della Brexit. E verificano, ancora una volta, che i sondaggi politici, nell’era del populismo, non servono a nulla.
Certo. Bisognerà vedere quante e come, tra le promesse e le minacce fatte in campagna elettorale, verranno mantenute dal rozzo faccendiere americano. Bisognerà anche aspettare per vederlo alla prova sulle innumerevoli questioni che non ha nemmeno sfiorato e che nessuno sa come possa gestire. Trump è la pancia al potere. Non è di destra e tantomeno di sinistra. E’ solo trumpista. Una scheggia impazzita a cui, incredibilmente, gli americani hanno deciso di affidare le loro sorti per i prossimi 4 anni, accettando un aumento dell’odio e delle divisioni, in America e forse nel mondo, pur di buttare nel cestino l’establishment, rappresentato da Hillary Clinton, condannata ad una dorata ma triste pensione in compagnia del mai amato coniuge Bill.
La prospettiva del dilettante allegramente ed arrogantemente allo sbaraglio spaventa i mercati, sebbene quel che si capisce del suo programma economico sia, in teoria, estremamente favorevole al business senza controlli e senza tasse, che normalmente tanto piace a Wall Street.
Non resta che assistere al profluvio di vendite, aspettando di vedere quando e dove si fermeranno. Non credo che questa volta succederà come per la Brexit, dove il ciclone è stato neutralizzato subito dai tempi lunghi  e dall’incerto percorso per realizzarla.
Ora Trump il potere ce l’ha in pieno, dato che forse realizzerà addirittura il bingo che comprende Presidenza, Camera e Senato, mai capitato dopo il 1928 e se vuole può veramente fare il bello e il cattivo tempo, oltretutto con la valigetta nucleare in mano. Oggi il mondo è peggiore di ieri, e ieri già non stava troppo bene.
Pierluigi Gerbino www.borsaprof.it