giovedì, Novembre 21

Apple rincuora i mercati. E la Fed?

Ieri una mattinata molto nervosa, forse condizionata anche dalle notizie relative ad un nuovo attentato di matrice islamica contro un sacerdote francese, è costata un calo piuttosto pronunciato da parte degli indici europei. Ad essere colpite sono state soprattutto le banche italiane ed il nostro indice Ftse-Mib, che è sceso rapidamente fino a 16.400, proprio sul bordo della congestione che lo intrappola da 10 sedute. Poi, come d’incanto, il mercato si è ripreso, ha recuperato pian piano quasi tutte le perdite ed ha trascorso un pomeriggio molto più rilassato. Il Dax tedesco ha così collezionato un risultato positivo, mentre Eurostoxx50 e Ftse-Mib hanno aggiunto una ulteriore seduta alla congestione che ormai da parecchi giorni sta inglobando i loro movimenti.

Anche Wall Street si è mossa poco ed ha chiuso invariata, in attesa che, dopo la campanella di fine seduta, Apple comunicasse i suoi risultati trimestrali. Il rendiconto trimestrale è stato sostanzialmente in linea con le attese medie degli analisti, anzi, persino leggermente migliore, sia negli utili per azione che nei ricavi. Le quotazioni after hour di Apple sono state così premiate con un significativo rialzo di oltre il 6% e pongono le basi per un’apertura positiva dei mercati europei stamane.

E’ vero che in contemporanea ad Apple ha comunicato i risultati (deludenti) anche Twitter, che nell’after hour ha perso il 10%. Però l’enorme differenza di peso a favore della società della mela rispetto a quella dell’uccellino dovrebbe garantire un impatto positivo sull’umore degli investitori.

Peraltro già le borse asiatiche (eccetto gli indici cinesi, che spesso si comportano in controtendenza) manifestano un deciso miglioramento dell’umore e stanno chiudendo la loro giornata al rialzo.

Dopo una mattinata presumibilmente positiva anche per i mercati europei, l’attenzione si sposterà sulla FED, che alle 20 pubblicherà il comunicato ufficiale che illustrerà la decisione presa sui tassi e le relative motivazioni. Non è prevista questa volta la Conferenza Stampa di Yellen, per cui gli oracoli dovranno basarsi esclusivamente sul testo scritto. Se, come pensa il mercato, possiamo escludere che si attui il rialzo dei tassi, sarà tuttavia molto importante il tono usato ed eventuali anticipazioni sulle tempistiche delle mosse future. Il mercato non si aspetta toni severi e confida in un comunicato accomodante. Io sarei più cauto, dato che l’economia USA sta mostrando di ignorare del tutto la Brexit ed accelera la sua crescita in questi mesi estivi. Pertanto solo motivi di opportunità politica (non disturbare la campagna elettorale che sta per entrare nel vivo dopo l’incoronazione dei due candidati) possono frenare il desiderio dei falchi di procedere nel piano di graduale ritorno alla normalità monetaria. Ma anche un’inerzia immotivata condizionerebbe la campagna elettorale. Pertanto il futuro dei tassi USA è oggi decisamente meno prevedibile di quanto non si pensasse un mese fa, dopo lo shock inglese.

Intanto sul fronte bancario italiano bisognerà vedere come il mercato prenderà il piano di ristrutturazione che MPS a mercati chiusi ha presentato alla BCE.

Esso prevede la cessione di 10 miliardi di sofferenze nette con il sostegno del Fondo Atlante ed un aumento di capitale da 5 miliardi, che non si capisce bene chi mai lo dovrebbe sottoscrivere.

Non mi aspetto molta esultanza, anche se le quotazioni di MPS sono ormai molto sacrificate.

Pierluigi Gerbino www.borsaprof.it