Dopo un rally come quello che abbiamo visto negli ultimi giorni la pausa di riflessione che abbiamo visto ieri da parte dei mercati azionari era inevitabile, ed il fatto che sia stata abbastanza contenuta depone a favore di un consolidamento, con possibilità di ripresa a breve del movimento rialzista.
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Insomma, è più o meno quel che succede a chi, dopo aver tirato la cinghia per qualche tempo, si ritrova finalmente a disposizione un lauto pasto. Magari la fame accumulata lo porta ad abbuffarsi piuttosto in fretta e smodatamente. A quel punto diventa necessario alzarsi un attimo dal tavolo e far due passi per smaltire un po’ e magari gustarsi il classico sorbetto al limone di metà pasto per fare un po’ di posto nello stomaco alle portate successive.
La pausa di digestione era necessaria perché il movimento rialzista è stato veramente esplosivo. L’indice USA SP500 dal 28 giugno a ieri ha realizzato ben nove candele positive su 11 sedute e dai minimi del secondo giorno post Brexit ha recuperato oltre l’8%, che per la volatilità espressa da questo indice è un signor risultato. Ciliegina sulla torta, il rialzo è riuscito nell’impresa che mancava da oltre un anno, cioè quella di raggiungere il nuovo record storico.
Anche le borse europee hanno mostrato una grande vitalità e, sebbene i loro movimenti siano più volatili e nervosi di quelli del mercato azionario americano, sono riuscite finalmente a dare un bel segnale di inversione rialzista dopo le sofferenze del Brexit.
Il movimento di recupero è stato inframmezzato, nelle prime giornate di luglio, da un pesante ripensamento, che ha portato Eurostoxx50 e gli altri indici europei quasi a ritestare i minimi emotivi del dopo Brexit. Ma la tenuta del mercato e l’aspettativa che in sede UE si raggiunga un accordo per il salvataggio delle banche italiane senza bail-in, ha instillato una notevole euforia a partire da giovedì scorso, che ha permesso 4 giornate di frizzante rally ed il completamento proprio martedì di un modello di inversione rialzista che avrebbe l’obiettivo di recuperare tutta la devastazione che è seguita al Referendum inglese. In fondo sarebbe poi solo un’impresa che, sia SP500 che il Ftse100 inglese, e persino il Nikkey giapponese hanno già compiuto. Traduciamo in termini di punti quel che il mercato azionario europeo potrebbe ambire a fare nel corso del mese: per Eurostoxx50 l’obiettivo minimo potrebbe essere il raggiungimento dell’area 3.020, dove passerà la trendline ribassista che unisce i tre massimi di aprile, maggio e giugno e che rappresenta all’incirca l’annullamento dell’effetto Brexit. Oltre tale livello l’ambizione potrebbe spingere l’indice fino alla forte resistenza di 3.156, massimi primaverili. Condizione necessaria è quella di rimanere al di sopra di 2.900, la resistenza superata martedì, che ora deve diventare supporto.
Il Dax tedesco, che ha un grafico molto simile a Eurostoxx50, ha la trendline ribassista da raggiungere a quota 10.230 ed il massimo primaverile a 10.474. Anche per l’indice tedesco è necessario non correggere oltre quota 9.800, per non rovinare l’impostazione impulsiva del movimento.
Il nostro Ftse-Mib si presenta molto più fragile e volatile, condizionato nel bene e nel male dalle folate ribassiste o rialziste che coinvolgono il settore bancario, preda di rumors e dichiarazioni estemporanee di politici italiani ed europei, banchieri centrali e amministratori delegati.
Ieri la pausa che per gli altri indici europei ha significato al più qualche decimale di ribasso, al nostro indice è costata oltre un punto percentuale di calo. Del resto le discussioni sul salvataggio stanno andando a rilento, per volontà dei tedeschi, che non gradiscono un accordo prima degli stress test della BCE, che però non arriveranno prima del 29 luglio. Ci sono perciò ancora ben 12 sedute prima della sentenza che dovrebbe dare il via libera a Renzi per usare soldi pubblici a salvare le banche bocciate dagli stress test.
Troppo per pensare che il rally possa proseguire indisturbato. Infatti già ieri la maggior parte delle banche italiane ha corretto abbastanza pesantemente le esagerazioni del giorno precedente, dando la chiara impressione che la strada per arrivare al raggiungimento degli obiettivi rialzisti dell’indice Ftse-Mib sarà abbastanza accidentata. Questi obiettivi sono comunque abbastanza ambiziosi: 17.450 è il punto dove all’incirca passerà la trendline ribassista e intorno a 19.000 stanno i massimi primaverili, raggiungibili però, a mio parere, solo se la vicenda delle banche troverà una soluzione di sistema e non se la UE concederà solo interventi caso per caso e con la partecipazione delle banche più forti.
Pierluigi Gerbino www.borsaprof.it