giovedì, Novembre 21

Entusiasmo da scampato pericolo

Un esagerato entusiasmo per i sondaggi favorevoli alla permanenza della Gran Bretagna nella UE ha preso il posto del terrore delle prime due settimane di giugno. Risulta perciò assai spettacolare il recupero dei listini europei negli ultimi giorni, così come pareva drammatico il terrore delle settimane precedenti.

I mercati al giorno d’oggi non hanno certo tempo da perdere. Cali e rialzi si esprimono con estrema rapidità e violenza, rendendo i movimenti dei prezzi sempre più veloci, smodati e pertanto volubili.
Diventa sempre più difficile salire sul treno in corsa per chi non riesce a prenderlo alla prima stazione.
Il rischio è di prendere in faccia le correzioni e venir sbattuti fuori dalla volatilità smisurata.
Gli indici europei hanno mediamente recuperato più del 3% solo ieri. Anche il nostro Ftse-Mib, se vengono aggiunti i dividendi distribuiti ieri su molte utility, ha dato prova di grande euforia ed ha recuperato più del 7% nelle ultime due sedute.
Hanno brillato nuovamente i bancari, ma ieri il rialzo è stato molto più corale di quello di venerdì scorso ed ha interessato tutti i settori. E’ stata la vera e propria presa d’atto della fine di un incubo, quello della Brexit. Manca ancora il risultato del referendum a sancire la vittoria di chi vuole mantenere lo status quo, ma il comportamento dei mercati non lascia spazio a sorprese negative. Se ci fossero, la volatilità, questa volta negativa, raggiungerebbe vette epocali e sancirebbe la perdita da parte delle Borse del loro proverbiale fiuto. Tutto avviene così in fretta che anche un piccolo ritardo operativo basta a tagliar fuori i più lenti di riflessi.
Intendiamoci. Non mi aspetto inversioni di tendenza di largo respiro da questo rimbalzo. Dovremmo avere solo un sospiro di sollievo destinato ad alleggerire la pressione ribassista, ma non ad invertire la tendenza di fondo. I problemi che impediscono alle borse di tornare a volare sono ancora tutti lì e sempre più difficili da affrontare. A partire dal rallentamento cinese, farcito di incognite legate all’eccesso di debito erogato da quelle parti per ammortizzare la caduta produttiva. Per proseguire con quello americano, che la FED ha praticamente ammesso nell’ultimo FOMC, prendendo atto dell’impossibilità di procedere per ora alla “normalizzazione monetaria”. Sarà interessante osservare che cosa dirà Yellen oggi e domani nei due tradizionali testimonianze estive che avrà con Camera e Senato USA sulle condizioni economiche e monetarie. Se vogliamo, la fragilità americana è testimoniata dalla cautela con cui in questi giorni procedono gli indici USA mentre quelli europei festeggiano. Aggiungo poi che la stessa instabilità dell’Unione Europea, appena attenuata dalla svolta britannica, tra qualche giorno potrebbe essere nuovamente rimessa al centro della scena se alle elezioni spagnole dovesse prevalere un fronte ostile alla germanizzazione europea.
La Brexit era un maledetto inciampo ulteriore. Esserselo tolto non significa avere ritrovato la capacità di volare.
Per cui stiamo ora attenti alle resistenze che gli indici troveranno davanti a loro e non scambiamo un rimbalzo per una inversione.
Pierluigi Gerbino www.borsaprof.it