La tragica evoluzione della battaglia politica in Gran Bretagna, dopo la morte della giovane deputata Jo Cox, ha determinato il recupero del fronte contrario alla Brexit, che ora è tornato a prevalere anche nei sondaggi, oltre che nelle quotazioni degli allibratori, a soli 3 giorni dal voto.
—
Si sgonfia pertanto il timore per le imprevedibili conseguenze della possibile frattura in ambito UE, che un esito dirompente del voto potrebbe portare, a detta dei più.
Ha contribuito al recupero dei moderati, favorevoli allo status quo, anche la presa di posizione del Fondo Monetario, che si è unito alla schiera dei catastrofisti con un’analisi drammatica delle conseguenze della Brexit, evocando addirittura la caduta in recessione della Gran Bretagna fin dal prossimo anno. L’azione combinata di terrorismo politico e terrorismo mediatico sta convincendo molti tra gli indifferenti gli indecisi ad schierarsi per evitare avventure isolazioniste.
I mercati, come spesso accade, sono stati molto veloci a fiutare il cambiamento del vento e fin dal pomeriggio di giovedì scorso, poche ore dopo la morte di Cox, hanno ribaltato la loro direzionalità, confermando la svolta anche nella seduta di venerdì. Quel che da settimane scende quasi senza sosta, come l’intero mercato azionario europeo e in esso soprattutto le borse dei paesi più periferici ed il settore bancario, ha cominciato a rimbalzare con vigore. Lo stesso è avvenuto al cambio della sterlina ed ai rendimenti dei bond considerati più sicuri. Di conseguenza quel che saliva proprio per le sue doti di bene rifugio anti-panico, come i metalli preziosi, ha subito una secca correzione.
Sembra che i mercati sappiano già tutto e il voto di giovedì sia ormai una semplice ed inutile formalità destinata a confermare lo status quo e rafforzare senza merito il leader Cameron che ha architettato l’enorme bufala che ha tenuto col fiato sospeso il mondo politico e finanziario europeo per mesi.
Oggi dovrebbe proseguire il recupero, che ha ancora abbastanza strada da percorrere per ripristinare le condizioni di fine maggio, prima che scoppiasse il panico Brexit.
Eurostoxx50, l’indice globale dell’Eurozona, che venerdì ha chiuso a 2.850, potrebbe sviluppare almeno un pullback di circa un centinaio di punti per tornare alla linea che delimita il lato inferiore del triangolo violato il 10 giugno, e che ora passa dalle parti di 2.955. Il nostro FIB, dopo il prodigioso recupero di venerdì scorso, trascinato dalla performance brillante del settore bancario, con alcune banche addirittura in guadagno a doppia cifra, può proseguire sullo slancio fino in area 17.100, dove incontra anch’esso il lato inferiore del triangolo recentemente sfondato al ribasso.
E’ probabile che il Bund decennale tedesco, dopo la corsa al rialzo che ha spinto il rendimento in negativo sia martedì che giovedì scorso, subisca altre prese di beneficio, dopo quelle che lo hanno già interessato venerdì. Dovrebbe correggere ulteriormente la corsa dei preziosi, mentre il petrolio ha un comportamento slegato dalle vicende inglesi, e sta scaricando gli eccessi rialzisti dopo la lunga corsa avventura da febbraio a maggio, che lo ha portato oltre i 50 dollari, raddoppiando lo striminzito valore raggiunto sui minimi di febbraio.
Anche l’azionario USA sembra piuttosto disinteressato alle vicende inglesi e si macera nella riflessione sulle future mosse di politica monetaria della FED, dopo lo shoccante annuncio di nonna Yellen che per qualche mese i tassi rimarranno fermi ed il tentativo di ritorno alla normalità finanziaria viene sostanzialmente sospeso. La battaglia della FED contro la stagnazione è persa e la credibilità della FED ha subito un duro colpo. Non è cosa che si metabolizza in fretta.
La settimana dovrebbe pertanto portare un riequilibrio della situazione, assorbendo almeno in parte gli eccessi di pessimismo che abbiamo visto nella prima parte di questo mese. Sempre che in questi giorni non avvengano fatti eclatanti ed imprevedibili, in grado di cambiare ancora il vento dei mercati.
Pierluigi Gerbino www.borsaprof.it