sabato, Novembre 23

Ritorna il tormentone sui tassi Usa

Ieri i mercati finanziari europei ed anche quelli americani, ma solo nella prima parte della loro seduta, hanno mostrato la volontà di rimbalzare. Nonostante un’apertura debole, in mattinata le borse dell’eurozona, trainate dai titoli bancari, che hanno tenuto i supporti, sono rimbalzate, consolidando il rialzo per tutta la seduta. A beneficiare maggiormente del buon rimbalzo bancario è stato proprio il nostro indice italiano, che è risultato una volta tanto il migliore di Eurozona con un rialzo superiore al punto percentuale.

Anche Wall Street ha iniziato bene la seduta, rimbalzando ancora una volta sul supporto di 2.040 con SP500, il suo indice azionario  più rappresentativo. Ma a Borse europee chiuse sono stati resi noti i verbali del FOMC della FED. E qui, inaspettatamente, i mercati hanno constatato che i discorsi aggressivi da parte di vari membri della FED, che si sono uditi in questi giorni, avevano alla base una discussione in sede FOMC che a fine aprile lasciava spalancata la porta al rialzo dei tassi già in giugno, se i dati economici in arrivo avessero certificato un irrobustimento della crescita.

Ecco allora spiegato, da un lato, il motivo di tanta loquacità favorevole al rialzo dei tassi delle ultime settimane, che si è accompagnata alla pubblicazione di dati favorevoli all’economia USA e dall’altro il cambiamento di orizzonte che i mercati debbono forzatamente prendere in considerazione.

Fino a ieri le probabilità di rialzo dei tassi a giugno scontate dai mercati erano assai basse, intorno al 10%. Ora occorre che vengano portate intorno al 50%, in attesa di verificare se la FED continuerà il processo di normalizzazione dei tassi con un ritocco all’insù, oppure se i dati convinceranno Yellen e soci ad attendere ancora.

La prima conseguenza di questo cambio di orizzonte è stata una bordata di vendite sui Treasury Bond, che ha fornito una decina di punti base di rialzo al rendimento del decennale, salito a circa 1,86%, e un deciso rafforzamento del dollaro, che contro l’euro ha preso in pochi minuti quasi una figura, e, dopo aver rotto 1,13 già in mattinata, è atterrato a fine seduta americana a 1,122. 

Anche l’azionario non poteva assistere imperterrito e pertanto la parte finale della seduta ha riportato l’indice SP500 sul supporto di 2.040, annullando il tentativo di rimbalzo precedente.

Pare evidente che il ritorno d’attualità di un possibile rialzo dei tassi USA assesta una botta al sentiment dei mercati, che già pareva piuttosto incerto.

Dovremmo assistere ad un proseguimento dei movimenti iniziati ieri, che hanno evidenziato quanto i mercati siano stati colti di sorpresa. Il rendimento, anche sui titoli sovrani europei, dovrebbe continuare a salire, il cambio EUR/USD a scendere,  e l’indice SP500 potrebbe rompere il supporto di 2.040, che ieri nel finale ha tenuto con gran fatica.

Gli emergenti dovrebbero essere penalizzati, mentre le materie prime potrebbero fermare la risalita dei prezzi e magari correggere almeno un po’.

Le notizie economiche in arrivo verranno nuovamente interpretate con la chiave di lettura dei tassi, che impone di gioire per i dati brutti ed intristirsi per i dati positivi.

Sempre che non ci pensi nonna Yellen a fugare i timori improvvisamente emersi, smentendo i suoi colleghi con uno dei suoi discorsi da colomba. Nell’attesa che parli Yellen prepariamoci a fare la radiografia a tutti i futuri interventi dei membri FOMC. Oggi ne avremo due, Fisher e Dudley.

Pierluigi Gerbino www.borsaprof.it