giovedì, Novembre 21

Not with my silence (Non con il mio silenzio)

Ieri sera ho sentito un servizio a radio vaticana. Parlava dei combattenti  Curdi rimasti da soli a combattere l’ISIS a Kobane, in Siria, in prossimità del confine turco. Sono sinceramente un po’ sconvolto.

Tra pochi giorni,diceva il servizio, rimarranno senza munizioni. Così è successo ad Arin Mirkan ,una donna capitano di battaglione peshmerga, la quale dopo aver ucciso 15 nemici ed eliminato un mezzo blindato,rimasta senza munizioni,si è fatta esplodere andando incontro al nemico. Un atto di valore e disperazione per non cadere viva nelle mani dei miliziani del califfato
ARIN MIRKAN, come pure gli altri combattenti curdi, è rimasta vittima del calcolo cinico della Turchia, schierata in attesa dell’annientamento curdo, con i carri armati a pochi chilometri dalla citta di Kobane. La Turchia teme che l’autonomia del Kurdistan iracheno possa suscitare moti indipendentisti sul territorio del Kurdistan turco. E certo ricorda i 50000 morti turchi causati da anni di guerriglia curda. Interverrà contro il Califfato passando sul cimitero curdo. Non meno responsabili, a mio parere, gli americani, i quali, vedi caso, non riescono a bombardare efficacemente. Strano: proprio ora che il nemico si è concentrato in mezza città di Kobane, invece di disperdersi nel deserto, ora non riescono a bombardare efficacemente. Qualcuno crede che i peshmerga avrebbero difficoltà a ritirarsi in vista di un bombardamento nemico? Con tutto il chiasso che hanno fatto gli americani e gli altri, adesso li lasciano da soli (I Curdi) a combattere una battaglia di civiltà che riguarda tutti. In primis figli e nipoti.  E l’Unione Europea? Lo stesso cinismo. Al di la delle parole, da una parte ci sono gli interessi economici di vari paesi europei compromessi con la Turchia. Contratti per armamenti compresi.

Dall’altra c’è un popolo che sta combattendo anche per noi. Quest’orrore non è un qualunque orrore. Ci colpisce direttamente e ci toccherà sempre di più. Non può avvenire con il mio e con il nostro silenzio.

Soprattutto in gioco c’è il nostro futuro. Ci vuole una “tempesta perfetta” su faceebook, twitter, e tutti gli strumenti di internet. Possiamo farla? Non lo so. Di certo la possiamo cominciare: “Non con il mio silenzio”, la strage del popolo Curdo. L’occidente intervenga a Kobane.

Luca Calabrese