venerdì, Ottobre 18

La Crimea e le abitudini di Santa Madre Russia

Care Gocce, domenica scorsa c’è stato il referendum per l’annessione della Crimea alla Russia. I fatti sono noti. Come risposta all’appello fatto nel febbraio di quest’anno dal premier di Crimea Sergey Aksionov, i russi hanno invaso militarmente quel territorio.
Storicamente, non è la prima volta che la Russia occupa quella terra, ma a distanza di 230 anni dalla precedente invasione, quello che mi stupisce è quanto sia abitudinaria Santa Madre Russia.

Leggete il trafiletto che segue, tratto da Wikipedia:
“Infine, nel 1784, approfittando dei conflitti di potere sorti all’interno della famiglia del Khan di Crimea, le truppe russe entrarono nel Khanato a sostegno del Khan, il quale offrì loro l’intero territorio: l’annessione fu ufficialmente proclamata l’8 gennaio 1784.”
Oggi come allora, le stesse modalità per la richiesta d’intervento, e addirittura, per procedere all’invasione, lo stesso periodo dell’anno: l’inverno. Unica differenza il referundum. Si sa, nelle procedure della macchina statale, la forma è anche sostanza, il referendum si rende indispensabile quale formale atto di espressione della volontà del popolo. A mio parere, in tanta violazione del diritto internazionale, l’ironia è consistita nel fatto che Zar Putin non ha avuto bisogno di alterare granché i risultati della consultazione referendaria. Il referendum è stato probabilmente l’unica fase quasi onesta di tutta l’invasione. Dico quasi,perché il successo del 95% dei voti a favore dell’annessione alla Russia, sà un pò di risultato da vecchia Unione Sovietica. Resta comunque il fatto che il 60 per cento della popolazione in Crimea è di origine russa e parla la lingua della madrepatria. Da una parte il popolo di Crimea ha trovato la Russia,economicamente in ascesa la quale ha promesso concreti aiuti economici e ricordato reali legami storici e culturali ,dall’altra ha visto l’unione europea oggi scricchiolante sotto il peso dell’euro, costruito per favorire le esportazioni della Germania. A mio parere, i russi di Crimea,e non solo loro,si sono resi ben conto di quanto all’interno dell’Unione la pietà sia morta (vedi il caso Grecia) e di come l’U.E. sia più vicina a essere un’Europa di usurai piuttosto c he l’europa voluta dai padri fondatori. Certo, a una tale visione si possono opporre numerose obiezioni. Si può osservare che il percorso di avvicinamento della Crimea-Ucraina all’Unione sarebbe stato comunque lungo, che sarebbe stato necessario rispettare certi parametri, che entrare nell’unione non avrebbe significato adottare automaticamente l’euro. Sarà; ma sono tutte argomentazioni sotto il peso delle quali si trascinano oggi milioni di nuovi disoccupati all’interno dell’unione europea. Non pretendo di prescrivere ricette ai grandi della terra, ma una curiosità da uomo della strada ce l’ho: se la russia avesse ritirato le truppe, l’ucraina e la comunità internazionale, sarebbero state disposte a riconoscere l’esito di un libero referendum e l’eventuale distacco della Crimea dall’Ucraina? Sinceramente ne dubito. Personalmente, seguendo l’informazione dei media mi sono convinto come la questione ucraina sia solo uno degli episodi di un grande gioco tra potenze, dove nelle ultime puntate, la Russia è riuscita a bloccare l’intervento diretto e armato degli Stati Uniti in Siria e a imporsi in Egitto con la vendita per tre miliardi di dollari di armi. Di rimando gli Stati Uniti specialisti nella costruzione di “Primavere” più o meno popolari, hanno lavorato sottobanco per danneggiare i Russi ai loro confini. Care gocce, queste sono solo le mie personali convinzioni ma tengo a esprimerle in queste pagine, in verità, ormai divenute più quelle di un blog che quelle di un giornale, perché si aggiornano quando si può. Alla prossima.