L’ho trovata in un pigro pomeriggio di luglio sul bancone di un centro sociale, una bibita in lattina, dal disegno accattivante e dal nome familiare per chi ama il software libero: ubuntu cola.
Mi sono incuriosito e ne ho provato il sapore: un po’ la coca cola con un retrogusto leggermente più amaro. Gradevole. Con il mio nuovo cellulare ho approfondito su internet: cos’è il marchio fartraide? Un marchio internazionale, registrato da Flo-Cert, un’azienda tedesca con sede a Bonn. A vedere il sito www.flo-cert.net, la ditta risulta una sorta di multinazionale del bene. Hanno contatti commerciali con buona parte del sud del mondo e si sono dati il compito di certificare processi produttivi equi e sostenibili. L’ubuntu cola è prodotta in Inghilterra a Bristol, dall’Ubuntu Trading Company. Dal sito della compagnia www.ubuntu-trading.com, apprendo che la bevanda viene prodotta esclusivamente con zucchero di canna proveniente da malawi e zambia e il 15 % degli utili ricavati dallla vendita viene reinvestito in un progetto a sostegno dei produttori di canna da zucchero. Il mio occhio di modesto navigante vede un grande attestare onestà e nobiltà d’animo, ma il mio cuore di uomo della strada dubita e diffida. Ancora recenti sono gli scandali scoperti su alcuni prodotti biologici dove i marchi declamavano pregi rivelatisi poi inesistenti.Voglio insistere nella ricerca della verità,o almeno nell’osservazione delle proclamate virtù del mondo,e clicco il link della organizzazione distributrice della Ubuntu cola in Italia : www.vagamondi.net Si apre la home page e trovo un mondo che mi è familiare. Una cooperativa sociale dal nome fantasioso: Vagamondi. Si tratta di una realtà nata per aiutare la maternità di donne in difficoltà, e opera in collaborazione con i centri di aiuto alla vita. Conosco la realtà dei CAV e capisco di essere arrivato, di potermi fidare. Grandi questi della Vagamondi: in tempi di crisi fanno bomboniere e rivendono quaderni di carta prodotta nello sry lanka utilizzando cacca di elefante. Pare incredibile ma è vero; gli escrementi di elefante sono molto ricchi di fibra e il procedimento per ottenere la carta è semplice: essicazione, bollitura dello stabbio per un giorno intero e pressatura. Da 10 kg di sterco si ricavano circa 660 fogli A4. A livello di battuta scherzosa, mi viene da pensare alle nostre mucche: l’otttanta per cento della dieta dei bovini è costituita da insilato di mais e fieno, materie molto fibrose. HAI visto mai che dal letame invece che fior possano nascere pagine di giornale? Fuor di celia, (so bene che gli elefanti non sono ruminanti e metabolizzano diversamente la cellulosa) mi viene da pensare che già oggi, basterebbe guardare certe pubblicazioni per non avere dubbi riguardo all’origine fetida di certa stampa. Mi riferisco al fiume di riviste pornografiche che liberamente fluisce in ogni parte d’italia al cospetto di un’opinione pubblica che pare ormai rassegnata e assueffatta.So bene, come l’esperto giurista può dire, che in Italia la pornografia è di fatto legale per effetto di una nota (e a mio parere deleteria)sentenza della Corte Costituzionale; ma né io, né le altre gocce di rugiada Costituzionale possiamo arrenderci a ciò che riteniamo arroganza del potere e non rinunciamo a far sentire la nostra voce. Scaglieremo i nostri dardi in un prossimo articolo su queste pagine e, ovviamente, per far del bene, sorseggeremo al contempo Ubuntu cola. Termino con un appello: nel centro sociale, dove per la prima volta l’ho incontrata, l’Ubuntu Cola era venduta al prezzo di due euro. La sete e la curiosità mi hanno fatto cedere all’acquisto. Ho saputo poi che il prezzo consigliato alla vendita è di 1,30 euro per la lattina di 33 cl. Ora, io domando al pubblico: esiste un locale, dove io possa gustare e facendo del bene rimpinzarmi di Ubuntu Cola al prezzo di 1,30 euro a lattina?
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